Come per La leggenda degli uomini straordinari anche per quello che riguarda Van Helsing l'idea alla base della storia è buona: la contaminazione e l'incontro di personaggi provenienti da libri e suggestioni diverse in un'unica straordinaria avventura. Peccato che Stephen Sommers, sceneggiatore e regista di questo film - come per La mummia - si sia lasciato sedurre dalla possibilità di dare vita ad un film confusionario e noioso e si sia rivelato non all'altezza della sua lungimiranza. Van Helsing è un ottovolante lunghissimo senza idee e - soprattutto - appesantito da una vena kitsch francamente ridondante. L'eroe smemorato Van Helsing è un agente al servizio di una congregazione segreta composta da esponenti di tutte le religioni. Con sede a Roma sotto la basilica di San Pietro (con buona pace delle Grotte Vaticane...) l'organizzazione è strutturata esattamente come l'MI-5 di 007. Addirittura David Wenham è un frate che prepara le armi per Van Helsing esattamente come Q fa per James Bond...

Con effetti speciali divertenti si arriva in Transilvania dove - nel castello di Frankenstein - Dracula cerca di dare vita ai suoi figli tramite il congegno che ha instillato la scintilla vitale nel noto mostro. Al suo servizio ha l'Uomo Lupo... e via così. Nemici giurati dei vampiri sono una locale famiglia di nobili locali la cui unica superstite Anna (Kate Beckinsale...) combatte con passione.

Insomma: un pout pourri dinamico e scanzonato, ma anche al limite del ridicolo rivolto - evidentemente - ad un pubblico di preadolescenti che non si fanno troppe domande riguardo questi personaggi sopra le righe.

Una sceneggiatura maldestra, resa vagamente noiosa da una regia e un montaggio che girando a mille privano questa storia di ogni vera forma di introspezione psicologica.

Alla fine non si può non pensare a film come Frankestein Jr. o Dracula Morto e Contento di Mel Brooks in cui l'ironia era voluta. Il finale del film, poi, ha qualcosa di talmente pretestuoso e ridicolo che va visto per essere compreso nella sua follia.

Van Helsing, però, essendo una celebrazione di tanto cinema di genere, diventa interessante se viene considerato come un'opera cinematografica pensata e sviluppata nel solco del filone B-movie. Allora sarebbe stato lecito non attendersi decisamente di più...