Basato sugli acclamati fumetti di Alan Moore (From Hell) e Kevin O' Neill, il film è diretto da Stephen Norrington (Blade) da una sceneggiatura di James Dale Robinson. Questo per dire che nell'esatto momento in cui la geniale idea alla base della trama viene presentata al pubblico, La lega degli uomini straordinari inopinatamente finisce di regalare emozioni e divertimento per colpa di questi due principali imputati: un regista che dimentica lo stile glamour del film precedente con Wesley Snipes sul supereroe Blade in nome del deja vu e uno sceneggiatore che non riesce a dare qualcosa di più ad una storia che poteva davvero offrire di tutto dal punto di vista dell'umorismo e delle trovate. Nel senso in cui viene perso ogni afflato suggestivo in nome dei soliti duelli e delle altrettanto spettacolari battaglie che lasciano - inutile dirlo - un po' perplessi. Già, perché pensando ad un film del genere con una storia così forte e piena di potenzialità era lecito attendersi qualcosa di più simile ad Indiana Jones e a X men, che ad un'accozzaglia di situazioni mal costruite con i gentiluomini che arrivano a Venezia per scoprire che (a luglio...) c'è il Carnevale! Per non parlare della folle corsa in macchina nelle calli veneziane e della patetica scena in cui quando Alan Quatermainn insegna a Tom Sawyer a sparare con il fucile dall'alto della torre del Nautilus del Capitano Nemo il mare vero dà il senso di staticità del movimento e non offre la dinamica delle onde esaltata nel mare digitale con la stessa scena è ricostruita in CGI da un altro punto di vista. Effetti speciali usati in maniera demenziale a parte, qual è l'idea tanto geniale alla base del film? Sean Connery è il leggendario Allan Quatermain, a capo di un team di supereroi come il mondo, almeno fino a quel momento, non ne ha mai visti: la straordinaria squadra è composta dal Capitano Nemo (Naseeruddin Shah), dalla vampira Mina Harker (Peta Wilson), da un uomo invisibile, Rodney Skinner (Tony Curran), dall'agente dei Servizi Segreti americani Tom Sawyer (Shane West), da Dorian Gray (Stuart Townsend), e dal Dr Jekyll/Mr Hyde (Jason Flemyng). Richard Roxburgh interpreta il ruolo di "M", il misterioso reclutatore di questo team per conto dei servizi segreti inglesi preoccupati di fermare una guerra. Fieri individualisti, veri e propri outsiders, i membri di questa squadra hanno un oscuro passato e doti singolari, che si sono rivelate da una parte un dono e, dall'altra, una maledizione. Ora, però, devono imparare a fidarsi l'uno dell'altro ed a lavorare uniti per la salvezza della civiltà. Con poco tempo per prepararsi e senza indugi, gli uomini della Squadra saranno trasportati dallo straordinario sottomarino del Capitano Nemo, il Nautilus, all'ultimo bastione di difesa: Venezia, in Italia. Qui, un pazzo mascherato, noto come il Phantom, intende sabotare una conferenza di leader mondiali innescando una serie di esplosioni a catena e affondando l'intera città lagunare. I nostri eroi hanno nove ore di tempo per salvare il mondo...

Ci riusciranno? Il problema non è se, ma come. In questo film l'introspezione psicologica dei personaggi è superficiale e non credibile, l'azione è disordinata e tutto sembra molto sciatto rispetto alla perfetta scelta dei caratteri e alla ricostruzione seducente degli ambienti. Perché? Chi può dire come mai un film dove ci sono attori e mezzi diventa insulso scivolando sulla proverbiale buccia di banana?

Nessuno spirito avventuroso, nessun fascino, poca ironia, molte battute prevedibili e poche situazioni coinvolgenti per un titolo che, invece, poteva essere straordinario come la vita delle persone che ne sono protagoniste. Difficile immaginare una franchise nonostante i presupposti e ancor peggio impossibile pensare ad un seguito quando tutto questo ben di Dio di idee e di costumi è stato dilapidato con una trama che più insulsa e prevedibile di così...

Certo, il piano di affondare Venezia risulta allettante soprattutto agli occhi di chi - almeno per due settimane all'anno - viene depredato regolarmente per dovere partecipare al Festival. Ma questo non è un buon motivo per costruire una serie di situazioni slegate tra loro che - alla fine - sembrano perdere ancora più di senso, rispetto ad una storia che poteva essere straordinaria e che purtroppo non lo è stata, soprattutto, perché - nonostante i presupposti - non si insiste minimamente sul fatto che ogni epoca abbia avuto di fatto i suoi supereroi come le parole di M all'inizio del film lasciano presupporre. Eppoi mettere Sean Connery eterno 007 ancora una volta dinanzi ad un altro capo del servizio segreto inglese è veramente dell'umorismo 'telefonato' e decisamente ordinario.