Ferocemente realistico e allo stesso tempo sarcasticamente surreale, Il condominio di James Graham Ballard è un romanzo caratteristico della New Wave, il movimento letterario che - alla metà degli anni Settanta - rivitalizzò la science fiction, ponendo l'accento non più su astronavi e ricognizioni di altri mondi, ma sullo spazio interno (inner space), inteso come esplorazione delle profondità psichiche dell'uomo.

Sullo sfondo di un moderno complesso residenziale si agitano gli attori di questa opera: avvocati, architetti, registi televisivi, medici, hostess. In una parola, il fior fiore del ceto medio-alto. L'edificio è provvisto di tutti i confort: un asilo nido, una banca, piscine, un centro commerciale, ristoranti, aria condizionata che inonda i lussuosi appartamenti. La vita sembra poter scorrere leggiadra per i condomini, ma lentamente le cose cominciano a mutare. Una bottiglia che cade dai piani alti, infrangendosi su un balcone, è il preludio allo scatenarsi di una vera e propria guerriglia fra gli abitanti del grattacielo. La logica conseguenza è una suddivisione in fazioni (quelli dei piani alti, bassi e medi) e in clan rivali. I quaranta piani di vetro e cemento diventano il proscenio di violente zuffe, stupri, spedizioni punitive, sabotaggi, in un crescendo che porterà i residenti del grattacielo ad isolarsi dal mondo esterno e a cadere in una barbarie senza precedenti.

Il condominio va letto, non solo, come un saggio di sociologia sulla condizione di una classe sociale in ascesa, ma anche come un viaggio negli anfratti bui della mente umana, là dove il volto del Dr. Jekyll si riflette e si confonde con quello di Mr. Hyde.

Ballard ci ricorda che nell'abisso del nostro inconscio sono sepolti gli istinti primordiali dell'Uomo di Neanderthal e che, a certe condizioni, possono riemergere, scatenando un'intensa aggressività. Le norme del vivere civile sono così spazzate via, per far posto ad una solidarietà tribale, momentanea, dettata da un obiettivo preciso: la sopravvivenza, la difesa del territorio, la ricerca del cibo, l'affermazione del proprio status di capo. La domanda che Ballard ci pone è: come reagisce l'uomo quando è schiacciato dalle condizioni ambientali e/o sociali?

Dal ciclo di racconti I segreti di Vermillion Sands a Cocaine nights fino a Super-Cannes, Ballard sembra attratto dalle dinamiche che si creano tra la psiche umana e i micro e macrocosmi urbani.

Non c'è dubbio che nella definizione del progetto letterario dell'autore de La mostra delle atrocità, abbiano avuto un'enorme influenza alcuni episodi della sua vita: il periodo in cui lo scrittore è rimasto internato in un campo di prigionia durante la Seconda Guerra Mondiale (rievocato nel romanzo L'Impero del Sole), la morte della moglie nel '62 in un incidente automobilistico, gli studi di medicina mai portati a termine.

High-rise non è certo il miglior lavoro di Ballard, ma è una tappa fondamentale nella lettura della sua opera e può essere un buon punto di partenza per chi ha voglia di scoprire uno degli scrittori più all'avanguardia della letteratura contemporanea.