Scritto nel 1974, Crash è un romanzo che ci parla del futuro, descrivendo il nostro presente.

La fantasia allucinata di James Graham Ballard abbandona le atmosfere sospese dei suoi mondi disastrati e ci riporta alla spietata crudeltà delle nostre città, allestendo per il nostro più intimo diletto l’autentica mostra delle atrocità delle nostre autostrade. Il tempo del romanzo risulta così scandito dai cambi di marce, dalle soste notturne nei parcheggi deserti, dal succedersi monotono dei cavalcavia, dagli amplessi snaturati, ossessivi, compulsi. E insieme al tempo, anche la geografia risulta stravolta, collassata sul circondario dell’aeroporto di Heathrow, il settore occidentale della capitale britannica: il parcheggio immenso del Terminal, gli studi cinematografici di Shepperton, una clinica impersonale, il Road Research Laboratory, la Western Avenue. Asfalto e cemento sono la sostanza costitutiva di questo ambiente, continuamente insediata dalle secrezioni organiche dei protagonisti. E la luce che splende sul limbo è quella del crepuscolo.

Il mondo che ci racconta Ballard non è una realtà distorta, parto allucinato di uno dei suoi incubi peggiori, popolato dalle sue lucide ossessioni: la figura catalizzante di Elizabeth Taylor, la suggestione mortale delle più celebri vittime della strada, la plasticità del corpo e delle sue estensioni sono sin troppo reali. Il mondo che scorre davanti ai nostri occhi ad ogni paragrafo è il nostro mondo, la nostra realtà corrotta e contaminata dagli impulsi, astutamente sfruttati dalle campagne pubblicitarie dei cosiddetti “beni di consumo”. Questo mondo fatto di squallore estremo, di solitudini metropolitane e di abiezioni umane: una nutrita casistica di crudeltà ed esclusione, di consapevolezza e desiderio di morte. Così la pornografia e la tecnologia si fondono, ridefinendo i parametri della nostra percezione, insieme ai nostri stessi schemi mentali, in una descrizione rigorosa e definitiva dell’algebra del bisogno. Non deve stupire il fatto che le formule linguistiche usate dall’autore riescano a deformare il nostro spettro sensoriale: è solo il sintomo del suo successo, un segno del talento ballardiano di infrangere la barriera delle convenzioni e delle convenienze per scoprire il nervo dolente della nostra società. E questa operazione la svolge con una perizia chirurgica, spietata, incisiva, assoluta.

David Cronenberg, che da questo romanzo ricavò – pur con molte licenze – un film premiato a Cannes, dichiarò che il sesso e la velocità sono le due cose più filmate della storia. Ballard intuì questa verità con qualche decennio di anticipo sul resto del mondo, e si gettò a capofitto nella sua analisi lucida e crudele. Le comunioni carnali celebrate nell’abitacolo divengono così la chiave di lettura di una società scagliata a velocità folle verso la fine di tutto. La profondità dell’indagine non può che risultare acuita dall’elevato grado di immedesimazione suggerito dalla scelta dell’autore di porsi nelle vesti del suo personaggio, percorrendo così con la sua sportiva le strade stesse del suo subconscio, scoprendo le mediocri falsità di una esistenza borghese, dissezionando le idiosincrasie della sua quotidianità.

Il mondo di Ballard è il mondo di tutti noi. Allacciatevi le cinture e buon viaggio!

James Graham Ballard, autore all’avanguardia della letteratura inglese, è nato nel 1930 a Shanghai, dove suo padre lavorava. Dopo gli anni della Seconda Guerra Mondiale trascorsi in un campo di prigionia, nel 1946 è tornato in Inghilterra. Ha lavorato per una rivista scientifica, nel 1956 ha venduto il primo racconto e poi, cinque anni più tardi, ha pubblicato il suo primo romanzo, Il mondo sommerso. La sua letteratura, ricca di riferimenti all’arte e alla biologia, non tralascia mai l’aspetto filosofico dell’indagine speculativa ed esprime il meglio di sé nella dimensione breve del racconto, che per Ballard è una sorta di “romanzo condensato”, l’unica forma di scrittura in grado di aspirare alla perfezione. Un saggio della sua maestria è dato da La mostra delle atrocità (Feltrinelli, 2001). Presso Fanucci Editore è in corso d’opera la pubblicazione integrale dei suoi racconti.