Utilizzando un raro allineamento cosmico, due scienziati hanno misurato la velocità di propagazione della forza di gravità, assegnandole per la prima volta un valore numerico. Isaac Newton era convinto che la forza di gravità fosse istantanea, mentre Albert Einstein credeva si muovesse alla velocità della luce, ma finora nessuno aveva mai misurato sperimentalmente questo valore. Adesso si può affermare con un ragionevole margine di certezza che Einstein aveva ragione. Sergei Kopeikin professore associato di fisica presso l'Università di Missouri-Columbia e Ed Fomalont, astronomo presso il National Radio Astornomy Observatory (NRAO) di Charlottesville (Virginia, USA) hanno infatti determinato, con un accuratezza del 20%, che la velocità di propagazione della gravità è proprio uguale alla velocità della luce. Per effettuare la loro misura, i due scienziati hanno utilizzato il VLBA (Very Long Baseline Array) della National Science Foundation, un vasto sistema di radio-telescopi sparsi in diversi punti del continente americano, insieme con il radio telescopio di Effelsberg (Germania), per effettuare alcune osservazioni molto precise del passaggio di Giove davanti a una quasar molto brillante lo scorso 8 settembre. In accordo alle loro previsioni, l'osservazione ha registrato un leggero spostamento delle onde radio provenienti dalla quasar a causa dell'effetto gravitazionale di Giove, cosa che ha provocato un apparente piccolo cambiamento nella posizione celeste della quasar stessa. "Poiché Giove si muove intorno al Sole, il preciso ammontare di questa deviazione dipende dalla velocità con la quale la gravità si propaga da Giove," ha spiegato Sergei Kopeikin, al quale si deve sostanzialmente l'idea base dell'esperimento che i due ricercatori inseguivano già dal 1996. In particolare Kopeikin ha ritenuto che solo la forza gravitazionale del pianeta più massiccio del Sistema Solare, Giove, appunto, avrebbe potuto provocare un'apprezzabile deviazione nelle onde radio provenienti da una quasar distante. Così lo scienziato di origine russa ha studiato nei dettagli l'orbita di Giove alla ricerca di un occultazione favorevole e ha scoperto che il gigante gassoso sarebbe passato davanti alla quasar J0842+1835 proprio nel settembre del 2002. Ma per misurare questa lieve deviazione sarebbe stata necessaria un'osservazione estremamente accurata e questo ha convinto lo scienziato a utilizzare il sistema VLBA, da cui il coinvolgimento di Ed Fomalont, grande esperto di questo sistema di osservazione. Il sistema VLBA include antenne alle Hawaii, negli USA continentali e ai Caraibi, ma per raggiungere la precisione richiesta, tre volte maggiore rispetto a quella delle osservazioni effettuate finora, i due scienziati hanno dovuto aggiungere anche il telescopio di Effelberg. Il risultato è di straordinaria importanza non solo perché svela empiricamente una basilare costante della fisica rimasta finora sconosciuta, ma perché la conoscenza di questo valore è fondamentale per lo studio delle teorie dei campi unificati e delle superstringhe.