È polemica furiosa per l'esclusione, apparentemente per motivi politici, di alcuni candidati al Premio Hugo nell'edizione 2023 assegnata alla Worldcon cinese di Chengdu.

L'anno scorso la convention mondiale della fantascienza, la WorldCon, si è tenuta per la prima volta in Cina, a Chengdu. A detta di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di partecipare è stata una convention grandiosa, con un'enorme partecipazione, una sede davvero fantascientifica costruita praticamente per l'occasione.

Come in ogni Worldcon anche a Chengdu sono stati assegnati i Premi Hugo. L'Hugo è il premio più prestigioso del mondo della fantascienza; ha un suo regolamento molto preciso e una commissione, composta da chi è interessato tra i partecipanti della Worldcon (chi scrive vi ha partecipato diverse volte) che ne cura i dettagli e le eventuali modifiche. Va notato perciò che, se l'organizzazione è di volta in volta responsabilità degli organizzatori della convention ospitante, il premio è comunque gestito da un comitato internazionale, presieduto in questo caso da Dave McCarty, di Chicago.

Secondo le proteste, almeno tre opere sarebbero state escluse per motivi politici.

Si tratta del romanzo Babel di R.F. Kuang, un autore cinese residente negli Stati Uniti; l'autore Xiran Jay Zhao, anch'egli di origine cinese ma residente in Canada; e l'episodio sei della serie Sandman di Neil Gaiman, The Sound of Her Wings. Secondo alcuni Gaiman sarebbe stato escluso per le sue dichiarazioni contro l'arresto in Cina di autori critici verso il regime. Anche gli altri due autori hanno avuto prese di posizione contro il governo cinese.

Tutte e tre queste candidature avrebbero raggiunto il numero di voti necessario per essere ammesse in finale ma sarebbero state escluse per motivi di regolamento. Motivi però non specificati.

McCarty è stato attaccato su Facebook e ha affermato di non aver avuto nessun contatto col governo cinese, e che le opere sono state escluse solo su giudizio della commissione basato sul regolamento. Non ha però voluto dare indicazioni più precise sugli articoli del regolamento chiamati in causa.

Naturalmente è facile farsi un'opinione su questi fatti, considerato che è stata la prima convention in Cina e timori del genere c'erano già prima dal momento in cui Chengdu ha vinto l'assegnazione dell'evento, nel 2021. 

Va anche considerato però che opere escluse ce ne sono ogni anno, e se la cosa accadesse a Chicago o a Seattle a nessuno verrebbe in mente di sospettare una censura. Sarebbe però auspicabile che McCarty o chi per lui diramasse un comunicato con le ragioni delle esclusioni regolamento alla mano (cosa che, per esempio, l'organizzazione del Premio Italia, che funziona in modo simile al Premio Hugo, fa regolarmente ogni anno da qualche anno). Finché le ragioni non sono chiarite è lecito immaginare le peggiori. Il documento ufficiale rilasciato espone molto chiaramente i punteggi ma non indica le ragioni delle esclusioni. 

Questa polemica è indubbiamente un grosso problema. La fantascienza in Cina è in grande crescita ed è una realtà sempre più interessante; la sua partecipazione alle tradizioni del settore è un grande apporto, e questa vicenda pone seri ostacoli all'organizzazione di nuove Worldcon nel grande paese asiatico.