Possiamo creare davvero il nostro Jurassic Park? La carne coltivata in laboratorio è fantascienza o la strada da percorrere per ridurre l’impatto ambientale delle nostre scelte alimentari? Come salvaguardare la salute dell’equipaggio delle prossime missioni spaziali, verso la Luna e oltre? E, dall’arte allo sviluppo dei farmaci, in che modo l’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando la nostra vita?

Con il Trieste Science+Fiction Festival sono tornati a Trieste gli incontri fanta+scientifici Mondofuturo, che, tra fiction e realtà, hanno risposto a queste e altre domande. Il ciclo di conferenze, curato da Simona Regina, si è svolto con due incontri giornalieri dal 29 ottobre al 1 novembre presso il DoubleTree Hilton hotel e con la proiezione di documentari al Teatro Miela.

29 ottobre ore 11.00 

Possiamo creare davvero il nostro Jurassic Park? L'ingegneria genetica tra scienza e fantascienza - Serena Zacchigna (Icgeb)

L’ultima frontiera dell’ingegneria genetica consente di tagliare e cucire il DNA, riscriverlo e modificarlo con estrema precisione. Possiamo quindi prendere in mano il destino della vita? Anche quello di animali estinti? Possiamo cioè creare davvero il nostro Jurassic Park? C’è chi, come una sorta di John Hammond, il creatore del parco di dinosauri nato dalla penna di Michael Crichton e portato sul grande schermo, 30 anni fa, da Steven Spielberg, ipotizza di poter resuscitare i mammut lanosi. Fiction o realtà? Serena Zacchigna, moderata da Simona Regina, ha guidato a conoscere le potenzialità dell’ingegneria genetica e dell’editing genetico illustrandone i meccanismi: comprenderli è fondamentale per apprezzare gli enormi benefici che queste tecnologie possono apportare in campo alimentare, ambientale e della salute umana, così come per una valutazione consapevole dei relativi rischi.

29 ottobre ore 12.00

Se pianto un albero posso mangiare una bistecca? Guida scientifica per un ambientalismo consapevole – Giacomo Moro Mauretto (Entropy for Life)

La carne coltivata in laboratorio è fantascienza o la strada da percorrere per ridurre il nostro impatto sull’ambiente? Emetto più CO2 se mangio carne bovina biologica, polli da allevamento intensivo, un trancio di pesce spada o frutti di mare? Quanta anidride carbonica può assorbire un albero in tutta la sua vita? Più o meno delle emissioni dovute alla produzione di un kg di manzo allevato al pascolo in Brasile?

Simona Regina ha introdotto Giacomo Moro Mauretto, conosciuto come Entropy for Life nella sua attività di divulgazione online, ha affrontato queste e altre domande, spiegando perché rispondere a domande del genere sia fondamentale in questo momento storico in cui individualmente e collettivamente stiamo provando a mettere in campo delle azioni per arginare o combattere i vari problemi ambientali.

Mauretto ha messo l’accento su quanto sia importante un approccio analitico, basato su dati e fatti: pilastri che permettano di affrontare in maniera consapevole i problemi ecologici più importanti.

Durante la conferenza Mauretto ha affrontato anche il tema della biodiversità e del pericolo che rappresentano le “specie aliene”, sia animali che vegetali, una volta introdotte in una nuova area.

Al pubblico di Mondofuturo ha presentato il suo libro “Se pianto un albero posso mangiare una bistecca?“ (Mondadori, 2023).

30 ottobre ore 11.00

Verso la Luna e oltre: le sfide spaziali per il corpo umano La missione NASA della Crew-7: UniTS a bordo! - Alessandra Bosutti (Università degli Studi di Trieste)

È il 1966 quando, negli Stati Uniti, debutta la serie televisiva Star Trek che appassionerà diverse generazioni con le avventure intergalattiche dell’Enterprise e il suo equipaggio guidato dal capitano Kirk. Se il teletrasporto è ancora fantascienza, con la missione Artemis della Nasa si punta a tornare sulla Luna e a costruire una stazione spaziale orbitante per spingerci verso destinazioni più lontane. La ricerca scientifica e le missioni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale ci hanno insegnato che il volo spaziale e le condizioni di microgravità causano importanti cambiamenti sulla fisiologia umana, soprattutto su quella del sistema muscolo-scheletrico. Come salvaguardare allora la salute dei protagonisti delle missioni, sempre più lunghe, a bordo del nostro avamposto nello spazio, in vista anche di future missioni sulla Luna e oltre? Alessandra Bosutti, presentata da Simona Regina, ha illustrato gli effetti del volo spaziale sul corpo umano e il progetto Muscle Stimulation, condotto in orbita sulla ISS e partito con la Crew-7 della Nasa, per migliorare l’adattamento del corpo umano nello spazio. Capire come salvaguardare la salute e il benessere degli astronauti può migliorare anche la vita sulla Terra, perché quello che impariamo nello spazio può essere utile per gli anziani e persone con una ridotta mobilità.

30 ottobre ore 12.00

Per aspera ad astra Una vita da astronauta con i piedi per terra - Paolo Nespoli

Uno degli incontri più attesi quello con l’astronauta Paolo Nespoli, presentato da Simona Regina.

Nella sua lunga carriera di astronauta, Paolo Nespoli ha trascorso quasi un anno nello Spazio. 313 giorni. Nel 2007 il suo primo volo spaziale con la missione Esperia: a bordo dello Space Shuttle Discovery ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale. Tre anni dopo la missione MagISStra, missione di lunga durata a bordo della ISS: partito il 15 dicembre 2010, è rientrato a Terra il 24 maggio 2011, dopo aver passato 159 giorni nello spazio. Il 28 luglio 2017 è partito per la sua terza missione: la missione Vita, acronimo di Vitalità, Innovazione, Tecnologia ed Abilità. È autore del romanzo “L'unico giorno per arrendersi”. Un racconto esemplare che parla di sacrifici e di coraggio: Manlio Santachiara, il protagonista, è un astronauta non più in servizio attivo, di ritorno in Italia dopo molti anni all’estero. In “Farsi spazio” invece condivide storie e riflessioni di un astronauta con i piedi per terra. Mentre “Dall'alto i problemi sembrano più piccoli” è il libro in cui racconta, a noi che stiamo a terra, le lezioni di vita imparate dallo Spazio.

31 ottobre ore 11.00

I Promessi Sposi Fantasy?!? Ma non erano un romanzo storico? Engaged: il libro di Renzo e il segreto di Lucia - Beppe Roncari

Fabio Novel ha presentato Beppe Roncari e la sua ultima opera per Sperling & Kupfer: “Engaged”.

Si tratta di fantasy storico che intreccia magia, storia e letteratura. La dilogia rende omaggio a I promessi sposi, nell'anno dei 150 anni dalla morte di Manzoni, scoprendone l'insospettabile attualità, in una storia che ai personaggi che tutti conosciamo unisce angeli, demoni, streghe e lupi mannari. Tutti elementi tratti dal folklore dell’epoca, ma anche dalla storia vera, come per esempio la storia dello spionaggio protoindustriale per sottrarre a Bologna il segreto dei torcitoi da seta.

L’autore ha sottolineato quanto la società del Seicento considerasse come fatto reale e assodato l’esistenza di streghe, lupi mannari e altre creature fantastiche e di come di questo non si fosse fatta praticamente menzione nell’opera del Manzoni; Beppe Roncari ha voluto dare dignità alla “realtà dell’epoca” in questa rivisitazione fantasy. L’autore ha tenuto a spiegare che non si è trattato di una riscrittura integrale che ha seguito pedissequamente la storia originale ma ha voluto introdurre nuovi temi ed eventi, futuri e passati ma con il massimo rispetto per il materiale originale.

Ci si è soffermati sulla costruzione e psicologia dei personaggi dove, rispetto l’opera di Manzoni, è stato fatto un gran lavoro di retro-ingegneria per ricostruire i tratti peculiari e le passioni che li animavano.

La presentazione è stata interattiva con largo coinvolgimento del pubblico, a partire da una domanda secca: “Chi ha odiato I promessi sposi a scuola?”

La presentazione è continuata sotto forma di un gioco di carte denominato “Fantasy o storico?”: a ogni spettatore è stata consegnata una carta su cui era riportato un fatto dell’epoca, all’apparenza incredibile; in realtà solo la metà delle carte era frutto della fantasia dell’autore mentre la restante era storia documentata. Con questo sistema il pubblico ha avuto l’opportunità di scoprire eventi legati alla storia del Seicento e ai Promessi Sposi, e scoprire quanto possa essere sottile il filo che separa realtà e immaginazione.

31 ottobre ore 12.00

Il trentunesimo giorno Eco-distopia sul cambiamento climatico - Dario Tonani

Durante la notte del 30/10 su Trieste si è abbattuto un autentico nubifragio, ma la mattina del 31 – Halloween peraltro – il cielo si è aperto e si è affacciato un timido di raggio di sole, la scenografia più adatta per presentare la nuova opera di Dario Tonani: “il trentunesimo giorno”.

È Fabio Pagan a introdurre l’autore e il suo nuovo romanzo: un’eco-distopia in un mondo post-apocalittico; per un mese intero una pioggia torrenziale ha sferzato senza sosta ogni angolo del globo causando danni e morti innumerevoli. Ma al trentunesimo giorno le nubi si apriranno per far comparire alla vista dei superstiti migliaia di corpi che sembrano galleggiare in aria.  Si tratta di corpi privi di vita, cadaveri che fluttuano in aria.

L’autore ha spiegato le origini dell’opera, ideata nel periodo di lockdown, nella penombra della sua mansarda con gli scuri che gli lasciavano inquadrare solo due scacchi di cielo, unico sbocco verso il mondo esterno ma anche canale su cui proiettare la propria immaginazione. In una giornata di temporale una finestra regalava gli ultimi raggi di sole, l’altra l’arrivo del temporale. Cos’altro potrebbe fluttuare in cielo, oltre le nuvole? Tonani ne ha dipinto scenari inimmaginabili.

La copertina del volume è illustrata da Franco Brambilla, artista con cui Dario Tonani ha già collaborato per il ciclo di Mondo9; c’è stato spazio per apprezzare le altre illustrazioni, sempre di Brambilla, in lizza per la copertina de “Il trentunesimo giorno”.

Il moderatore ha sottolineato quanto l’opera si distingua ed apprezzi per l’estro immaginifico che permea tutto il volume, sia per il crudo ritorno alla realtà in alcune sequenze narrative (tra cui l’autopsia di un cadavere, che è stata descritta con dovizia di particolari, a dimostrare il lavoro di ricerca dell’autore), sia per la descrizione di un’umanità costretta ad adattarsi e ad affrontare un mondo alla deriva ( nel libro si assisteranno alle imprese dei Zavorranti, spazzini del cielo, che tentano di riportare a terra i cadaveri).

Dario Tonani ha parlato dei protagonisti della storia, tra cui Evelyne, ex trapezista senza un circo in cui esibirsi, e Alvaro, emarginato, ladro ed ex tossico, e delle sfide che dovranno fronteggiare in un mondo senza più certezze.

1 novembre ore 11.00

La protoarte dei robot La creatività ai tempi di ChatGPT e altri software di intelligenza artificiale - Paolo Gallina (Università degli Studi di Trieste)

In che modo le macchine stanno modellando il paesaggio artistico contemporaneo? E l'intelligenza artificiale e l'automazione stanno creando nuove frontiere espressive? Dal funzionamento basilare dei robot all'evoluzione storica dei “robot artisti”, e dal funzionamento degli algoritmi di intelligenza artificiale alla produzione di testi e immagini: che cos’è l’arte e come cambia la creatività nella nuova civiltà delle macchine? Attraverso esempi di sperimentazioni artistiche e i suoi personali progetti nel campo, Paolo Gallina traccia un percorso dall'arte generativa alla robotica, facendoci riflettere su cosa succede quando arte e intelligenza artificiale si intrecciano.

Paolo Gallina, docente di ingegneria e artista, ha presentato al pubblico di Mondofuturo il libro “La protoarte dei robot” (Mimesis, 2023).

Paolo Gallina ha parlato in modo molto suggestivo di come lui stesso in qualità di artista sfrutti come strumenti, al posto di pennelli e tavolozza, robot, algoritmi e formule matematiche. Ha riportato a riguardo la sua esperienza con Henbot, l’algoritmo da lui progettato, per guidare un braccio robotico dedito alla produzione di opere d’arte; ha voluto umanizzare l’algoritmo, simulando il processo di invecchiamento quale potrebbe essere quello di un artista in carne e ossa nel corso della performance “La morte digitale”, svoltasi a Venezia all’interno della rassegna Deep Drawing. Nel corso del tempo Henbot ha più volte disegnato il ritratto di una donna, prima in maniera definita e precisa, e via via con un tratto incerto e tremolante, fino a un’ultima riproduzione praticamente irriconoscibile.

Come atto finale della performance il robot ha smesso di disegnare e ha premuto un bottone che ha fatto calare un maglio sulla la chiavetta USB dove era contenuta l’unica copia dell’algoritmo, distruggendola e decretandone la “morte digitale”. Si può parlare di morte virtuale ma anche reale in quanto si è persa la fonte di quelle opere, ormai diventate uniche e irriproducibili.

I resti della chiavetta sono stati deposti in un piccolo feretro e sotterrati all’università di Trieste, all’ombra di una lapide che ne commemora l’evento e avvicina al concetto di “morte digitale”. 

1 novembre ore 12.00

Farmaci creati dall’AI: dalla fantascienza alla scienza Come l'intelligenza artificiale sta rivoluzionando lo studio delle proteine e lo sviluppo dei farmaci - Silvia Onesti (Elettra Sincrotrone)

AlphaFold non è una fantasia nata dalla penna di Philip K. Dick ma un algoritmo di intelligenza artificiale capace di determinare la struttura 3D delle proteine: una sorta di oracolo del terzo millennio che può accelerare la scoperta di nuovi farmaci. Lo sviluppo di un farmaco è un processo lungo e costoso, e la probabilità di insuccesso, per ogni singolo tentativo, è molto alta. Il primo passo è l’individuazione di un “bersaglio farmacologico”: per esempio, nel caso di una malattia di origine virale bisogna identificare un componente che è essenziale per il virus; nel caso di tumori, invece, occorre trovare un meccanismo importante per la proliferazione cellulare. In moltissimi casi il bersaglio è una proteina: le proteine sono le macchine molecolari responsabili della maggior parte delle funzioni che avvengono negli organismi viventi e, come i macchinari, possono essere inattivate dall’inserimento di qualcosa (in questo caso una molecola) che ne blocchi il funzionamento. La biologia strutturale da decenni è uno strumento importante, che permette di “vedere” la struttura atomica delle proteine e quindi disegnare molecole che agiscano in modo mirato sui loro bersagli. Ora l’intelligenza artificiale può facilitare e accelerare ulteriormente il processo di drug discovery. Silvia Onesti ha spiegato perché e come gli algoritmi di machine learning possono contribuire a personalizzare le terapie.