Nel romanzo Le ombre di Morjegrad, vincitore del Premio Urania 2018, avevamo fatto conoscenza dei vari aspetti di questa potente città stato, dai ricchi quartieri dell'Acropoli alla mid-town, dai bassifondi di Bowels sino al distretto prigione di Antenora, un ambiente cupo e claustrofobico.

Con Le terre erose Francesca Cavallero allarga l'orizzonte ma i dintorni di Morjegrad sono tutt'altro che idilliaci, decenni di sfruttamento li hanno trasformati in un inferno tossico e pericoloso.

Su questo sfondo desolato brilla la determinazione di tre donne molto diverse, unite solo nel coraggio e nella ricerca della speranza, in un'avventura "on the road" che amplia l'orizzonte di un mondo affascinante.

Il libro

Le Terre Erose. Chilometri e chilometri di area desertificata, una terra spremuta fino all’ultima goccia dalla voracità degli esseri umani di un futuro lontano.

È qui, tra le esalazioni tossiche, le miniere e i pochi grumi di umanità, che i destini di tre donne s’intrecciano.

Nebra è una sopravvissuta, una nomade dai bracciali tintinnante e le cicatrici lucenti che vaga tra i campi profughi e le miniere facendo l’unica cosa che sa fare: aggiustare la carne e il metallo. E no, non è certo una buona samaritana: basta rifiutarle il giusto compenso per capire che non è una con cui scherzare, se si tiene alla pelle… e ai propri innesti cybernetici.

Sya le Terre Erose le guarda dall’alto, con la sua uniforme impeccabile da comandante e il suo chignon stretto sulla nuca. Ma sebbene appartenga ai Lawrence, una delle famiglie più importanti di Morjegrad, non si è mai chiusa in una stanza d’oro. Proprio da suo padre ha imparato che le mani bisogna sporcarsele, per mantenersi stretti i privilegi. E che il prezzo da pagare è alto.

E poi c’è Nadja, una cyborg fuggiasca di altissimo livello. Naufraga delle stelle, si risveglia con pochi brandelli di memoria, che dovrà rimettere insieme per capire da cosa stia fuggendo, e soprattutto verso quale meta.

Tra inquietanti esperimenti segreti, deflagranti attentati spaziali, opere d’arte fatte di carne e di innesti e luminose biblioteche della memoria, preparatevi a un’avventura distopica mozzafiato.

Perché al di là della cortina di nebbia bruciata che avvolge Morjegrad si spalanca una geopolitica fantascientifica d’ampio respiro, fatta di città stato in perenne tensione, tra il più bieco sfruttamento umano e bagliori di speranza che solo nel buio più cupo possono risplendere di una fuggevole, commovente bellezza.

L'autrice

Francesca Cavallero – Nata nel 1982, ha un dottorato di ricerca in Arti, spettacolo e tecnologie multimediali.

Nel 2012 è tra i finalisti del Premio Stella Doppia (promosso in collaborazione da Urania e Fantascienza.com) con il racconto Come polvere in una clessidra rotta, poi pubblicato da Delosbooks nell'antologia Quando il sole bruciava.

Nel 2018 è la seconda donna a vincere il Premio Urania 2018 con il romanzo Le ombre di Morjegrad, in seguito ha pubblicato i racconti Dimenticare gli uragani (apparso su Urania Collezione n. 214) e “Ninfe sbranate” (in Distòpia, Millemondi n. 87).

Francesca Cavallero, Il sangue delle madri, Mondadori, Urania Jumbo n. 31,  Euro 9,90, ebook Euro 7,99.