Tornato in Italia per Stranimondi lo scorso ottobre, dopo esserci già stato l’anno precedente ospite al Deepcon 19 di Fiuggi, Claude Lalumière ha presentato, al grande festival del fantastico, la traduzione del suo ultimo romanzo Sognando Venera (Venera Dreams), pubblicato da Watson Edizioni. Lo scrittore, in tutte le interviste rilasciate, ha sempre tenuto a precisare che non si tratta di un semplice romanzo ma di un romanzo a mosaico (mosaic novel).

Jo Walton, poetessa e scrittrice di fantascienza e fantasy, nata in Galles ma naturalizzata canadese, sembra averne colto l’intima essenza: “un normale romanzo racconta una storia svolgendola in modo lineare, magari con diversi punti di vista e diversi intrecci, ma scegliendo sempre chiaramente un’unica strada per lo svolgimento della storia. Un romanzo a mosaico, invece, costruisce l’immagine di un mondo e la sua storia obliquamente, così che l’intero è più della somma delle sue parti”. Secondo Joe McDermott, autore fantasy e di fantascienza americano, la creazione di un romanzo a mosaico si basa sulla tecnica della fratturazione di uno o più elementi della storia: trama, tema, personaggi e/o ambientazione. Uno di questi elementi, tuttavia, deve essere mantenuto integro per legare i fili della storia e tenere il lettore ancorato al racconto nel suo insieme. In un vero mosaic novel ogni tassello del romanzo segue un proprio filo narrativo. I collegamenti tra le storie si trovano nei personaggi e nelle ambientazioni ricorrenti, in temi e motivi che reagiscono gl’uni agl’altri, nelle conseguenze che riecheggiano attraverso la successione dei racconti. In breve, ogni storia dovrebbe stare in piedi da sola, ma le impercettibili connessioni che l’attraversano, offrono maggiore profondità di significato all’insieme e rendono l’esperienza del lettore più ricca e strutturata. Romanzi a mosaico sono stati scritti da autori famosi come Nancy Kress, George R.R. Martin e Ray Bradbury, e recentemente, da Jeff VanderMeer (La città dei santi e dei folli), Charles Stross (Accelerando) e Lavie Tidhar (Central Station).

Sognando Venera è una serie di brillanti vedute sulla letteratura e l’arte, sull’estasi e il mito, sulla storia e il desiderio. Il titolo dell’edizione originale in lingua inglese è completato da un sottotitolo esplicativo “A Weird Entertainment”, uno strano intrattenimento: strano e fantastico come le riviste pulp e Weird Tales in particolare, e che intrattiene e incanta come Sherazade nelle Mille e una notte.

I racconti che compongono il libro sono divisi in tre parti. La prima sezione segue i migranti o gli aspiranti tali nel loro arrivo a Venera: sono persone che hanno sentito parlare della città e che sono venute alla ricerca dell’amore perduto o per partecipare ad un convegno letterario. La seconda sezione offre brevi scorci della sua storia a partire dal periodo romano per proiettarla, poi, verso un futuro indefinito. La terza ruota attorno all’opera e alla vita di un enigmatico personaggio, Magus Amore, romanziere, scrittore di fumetti e mago pagano.

Tra le numerose fonti che hanno ispirato l’opera, lo scrittore cita il Mediterraneo e l’Italia, ma soprattutto, come è facile capire dal titolo, Venezia. La città e il suo mare hanno avuto un impatto talmente forte, da consentirgli di concludere, in breve tempo, buona parte dei racconti del romanzo. Un ulteriore omaggio all’Italia e alla musicalità stessa dello scritto può essere rintracciata nella presenza di un overture e di due interludi che precedono ogni sezione. Tra di essi, il secondo intermezzo, dedicato ad una delle figure centrali di Venera, Sherazade, la misteriosa narratrice delle Arabian Nights, è centrale nella storia della città. Nel libro sono presenti notevoli influenze, non soltanto letterarie, che l’autore per primo rivendica e che delineano una mappa surrealista del suo inconscio narrativo: James G. Ballard (il suo autore preferito), Salvador Dalì, Jack Kirby, Philip José Farmer, le riviste pulp, le Mille e una notte, Ursula K. Le Guin, Tanith Lee, Michael Moorcock, l’Art Nouveau, la New Wave della fantascienza, e molte altre ancora.

Attratto da quell’indecifrabile divario che sussiste tra realtà e percezione, dall’immanente dissonanza esistenziale che inquieta e intimorisce l’animo umano, in una parola dal fantastico, Claude Lalumière, ha trasfuso queste ed altre sue ossessioni in Sognando Venera, profondendo nello scritto la summa della sua creatività. Dalla sensualità palese ed esplicita, mai fine a se stessa, il racconto si snoda tra mito e archetipo, simbolo e iniziazione, in un viaggio che conduce alla trasformazione e al cambiamento, al rinnovamento esteriore ma soprattutto personale, interiore. Anche il mondo onirico, il sogno, ricopre una notevole importanza nel romanzo, a partire dal titolo stesso dell’opera che può essere inteso in una duplice accezione la quale pone la città e la dea Venera come oggetto o soggetto del sogno: Venera è sognata, desiderata, bramata, ma perfino Venera può sognare. A favorire la connessione con la potenza creativa e il trascendente c’è il vermiglio (termine ispirato da I segreti di Vermillion Sands di J. G. Ballard), sacra spezia enteogenica, droga allucinogena simile all’oppio, che mescolata al vino diviene linfa vitale della città, ricercata per gli sconvolgenti effetti e l’estasi sensoriale che provoca in tutti quelli che l’assumono.

Già conosciuto in Italia per alcuni suoi testi di narrativa breve pubblicati da Mondadori e Future Fiction, Claude Lalumière è il primo autore straniero ad entrare nel catalogo delle Edizioni Watson. Il racconto è la forma letteraria che lo scrittore predilige e il romanzo a mosaico ne è l’espressione più complessa. Attualmente, lo scrittore sta lavorando a tre libri di generi differenti: Chronicles of the Second Global War, una storia di spionaggio; The Problems of Vernon Tevis, un noir criminale;  The Superstar Dossier, un mosaico metanarrativo ambientato in un universo di supereroi.

Il libro

In un punto imprecisato del Mediterraneo sorge un’isola: nota in tutto il mondo per lo stile di vita libertino dei suoi abitanti, Venera è l’unico luogo al mondo dove viene prodotto il vermiglio, la misteriosa droga i cui effetti sulla percezione della realtà sono imprevedibili.

O, forse, niente di tutto ciò è vero.

Sognando Venera è un viaggio fra testimonianze tanto intrecciate quanto contraddittore: con queste pagine impossibili ci immergiamo in un ventaglio di storie di amori contrastati; scopriamo le biografie surreali di scrittori, registi e artisti forse non del tutto fittizi; ripercorriamo la storia dell’isola, dalle origini ai giorni nostri; incontriamo Romani, Vichinghi, dee dimenticate, draghi, vampiri, supereroi, investigatori, criptoalchimisti, registi, scrittori folli e Salvador Dalí.

Ad accompagnarci, al nostro fianco, la narratrice per eccellenza: la mitica Sherazad de Le mille e una notte.

L’autore

Claude Lalumière è nato a Montreal nel 1966, e vi risiede tuttora. Ha scritto cinque libri e oltre cento racconti. Editor di antologie, ha una rubrica sulla narrativa fantastica sul Montreal Gazette. Ha scritto per lo più racconti dark fantasy. In una recensione su Strange Horizons della sua prima antologia, Object of Worship, Anil Menon ha definito il racconto che dà il titolo alla raccolta e altri due come: una meraviglia inquietante così difficile da raggiungere con altri generi letterari. I suoi scritti sono stati tradotti in otto lingue. In Italia ha pubblicato Altre persone / Other Persons (Future Fiction, 2018) e Sognando Venera / Venera Dreams: A Weird Entertainment (Watson edizioni, 2019).

Claude Lalumière, Sognando Venera, Collana Andromeda, Watson Edizioni, pagg. 272, Euro 18 (versione cartacea)