Nel mondo alternativo della serie Engines of Light il futuro lontanissimo vede l'umanità in posizione secondaria.

Razze aliene come i sauri e i kraken sono tecnologicamente più avanzate e controllano i viaggi interstellari, per non parlare delle entità semidivine che popolano lo spazio profondo.

Tuttavia la vita su Nova Babylonia, il pianeta della Seconda Sfera dove convivono umani e alieni, scorre piacevole e armoniosa.

La pace termina quando una misteriosa astronave, occupata da una sorta di filibustieri dello spazio, irrompe per cambiare ancora una volta le cose.

Con Engine City Ken MacLeod chiude una trilogia che mescola molte tematiche della fantascienza con la visione politica e filosofica dello scrittore scozzese, in uno scenario che spazia su tempi e distanze quasi infinite.

Il libro

La formidabile capacità di Ken Macleod di creare universi al tempo stesso credibili e originali si scatena in quest’ultimo, epico capitolo della saga degli Engines of Light.

Dopo aver esplorato mondi alieni in La fortezza dei Cosmonauti (Urania Collezione n. 189) ed essere partiti verso l’ignoto in Luce nera (Urania Collezione n. 191), in Engine City i Cosmonauti e i loro discendenti dovranno affrontare una prova ancora più grande.

Umani, sauri (rettili intelligenti) e kraken (alieni simili a calamari giganti) hanno convissuto in pace per oltre diecimila anni.

Ma le cose stanno per cambiare… degli umani provenienti dall’estremo limite della Seconda Sfera arrivano offrendo un dono e portando un monito: Nova Babylon sta per essere invasa da una misteriosa entità aliena…

Siete già incuriositi? Lo sarete ancor di più dopo aver letto l’incipit del romanzo, che riportiamo qui sotto e che parla anche di un anno a noi vicinissimo, l’appena trascorso 2018. Considerate che il romanzo è del 2002. Vi pare che l’autore sia stato preveggente? 

Il balzo è istantaneo. Per un fotone l’intera Storia dell’universo potrebbe riassumersi così, nello spazio di un lampo. Per un umano è disorientante. Un momento sei a un’ora di distanza dall’ultimo pianeta visitato, un attimo dopo sei a un’ora di viaggio dal successivo. Volkov passò la prima di quelle due ore a prepararsi per l’arrivo, sapendo che non avrebbe avuto tempo per farlo durante la seconda. 

Mi chiamo Grigory Andreievich Volkov. Ho duecentoquaranta anni, sono nato circa centomila anni fa ad altrettanti anni luce da qui: a Kharkov, nella Federazione Russa, sulla Terra, nell’anno 2018. Da giovane recluta ho combattuto la Guerra petrolifera uralo-caspica. Sono stato tra i primi soldati a entrare a Marsiglia e a bagnare i piedi doloranti nel Mediterraneo. Nel 2040 sono diventato cosmonauta dell’Unione Europea e tre anni dopo ho compiuto il primo atterraggio umano sulla superficie di Venere. Nel 2046 mi sono offerto volontario per lavorare sulla stazione spaziale Maresciallo Titov, poi ribattezzata Bright Star. Trasformatasi nella prima nave spaziale controllata da umani, essa ci ha condotti fino alla Seconda Sfera. Negli ultimi due secoli ho vissuto su Mingulay e Croatan. Questa è la mia prima visita a Nova Terra. Spero di portarvi…

Che cosa? Il segreto dell’immortalità? Sì, “il segreto dell’immortalità” poteva andare.

Ken MacLeod, Engine City (Engine City, 2002) traduzione di Marcello Iatosti, Mondadori, Urania Collezione 193, euro 6,90, ebook Euro 3,99.