Con il volume dal titolo Il ritorno degli dei (Magicians of the Gods, 2015) torna nelle librerie il nome di Graham Hancock che circa vent’anni or sono sorprese scienziati, archeologhi e milioni di lettori con le sue innovative teorie espresse nel volume dal titolo Impronte degli Dei. Volume che nel mondo ha venduto venti milioni di copie.

Ora, atteso da migliaia di lettori, arriva quello che possiamo definire il suo sequel, il cui sottotitolo è: “Il sapere dimenticato di una civiltà perduta”.

Nel  suo precedente libro era riportata un’ampia indagine sui misteri del nostro passato, con prove di avanzate civiltà perdute del nostro pianeta, prove che avevano provocato molte controversie.

Dopo vent’anni questo suo nuovo scritto è un sequel ma non è un’aggiornamento del precedente, è un libro completamente nuovo che riporta nuove prove e trascina il lettore in un viaggio in tanti siti sparsi per tutto il pianeta, portando alla luce nuovi misteri archeologici, costellati di nuove intuizioni basate sulle più recenti prove scientifiche di un cataclisma globale, che è avvenuto tra i 13 mila e i 12 mila anni fa.

Infatti in Il ritorno degli dei si parla di una cometa gigante che impattò contro il nostro pianeta provocando un cataclisma globale. La cometa viaggiava a più di 60.000 miglia all’ora generando un calore inimmaginabile, questo provocò la fusione di una enorme quantità di ghiaccio (si era circa alla fine dell’ultima glaciazione) e avvenne quello che è ricordato, in molti miti di tutto il mondo,  come il Diluvio Universale.

Il cataclisma provocò la cancellazione di ogni civiltà avanzata presente sul nostro pianeta, arrecando quasi una amnesia nei superstiti che dovettero ricominciare da capo, senza più sostegno del passato.

Per il lettore sarà uno straordinario viaggio in quella archeologia misteriosa che continua ad affascinare migliaia di italiani (solo per restare nel nostro paese). E una dimostrazione di questo è il grande successo di trasmissioni televisive come Voyager e Mistero.

All’interno del volume ben 15 pagine di foto a colori, fuori testo, che ritraggono siti archeologici, molti dei quali sconosciuti ai più.

Dice l'autore:

Sono assolutamente convinto che durante l'Era Glaciale sia fiorita una civiltà con una scienza avanzata che doveva sembrare pura magia agli occhi delle culture più primitive, anche se non ritengo che tale civiltà abbia seguito un percorso analogo a quello che ha permesso lo sviluppo tecnologico dell'uomo moderno. Tale percorso ha di certo molte conseguenze negative, ma ci fornisce delle capacità che la civiltà perduta chiaramente non aveva, in particolare quella di intervenire nell'ambiente cosmico più prossimo a noi per deviare o distruggere asteroidi e comete che minaccino la sopravvivenza stessa dell'umanità. Ciò che dovremo fare sarà riconoscere di essere, dopo tutto, una sola specie, un solo popolo, una sola famiglia e che invece di sprecare le nostre energie in conflitti omicidi nel nome di un 'Dio', di una 'patria', di un'ideologia politica o per avidità egoista, è giunto il momento che l'amore e l'armonia prendano il posto della paura e della confusione in ogni ambito delle nostre esistenze così da poter assicurare un futuro all'umanità.

L’autore

Graham Hancock è nato a Edimburgo e ha passato l’infanzia in India, dove il padre lavorava come chirurgo. Tornato in patria, si è laureato in Sociologia presso la Durham University e ha iniziato la carriera di giornalista per il Guardian, il Times e l’Independent. Da sempre interessato all’archeologia e ai misteri del passato, ha esordito con Il mistero del sacro Graal seguito da Impronte degli dèi che ha decretato il suo successo mondiale e aperto una nuova prospettiva nella storia delle civiltà monumentali. In seguito ha scritto Custodi della genesi, L'enigma di Marte, Lo specchio del cielo, Civiltà sommerse, Talismano e Sciamani, tutti pubblicati in Italia da Corbaccio (anche in edizione TEA)

Il libro

Vent’anni fa Graham Hancock ha scritto Impronte degli dèi, un libro che esamina in una chiave rivoluzionaria il passato dell’umanità aprendo la strada a un nuovo concetto di archeologia. Da subito un bestseller, nel corso degli anni ha venduto 9 milioni di copie. Nel ventesimo anniversario della pubblicazione, esce «Il ritorno degli dèi», frutto di anni di ricerche che hanno portato a scoperte sensazionali su quella civiltà perduta che Hancock aveva ipotizzato in Impronte degli dèi. Le più recenti scoperte scientifiche e archeologiche sembrano infatti confermare la teoria «eretica» di Hancock di un cataclisma apocalittico dovuto alla collisione del nostro pianeta con una cometa fra 13 mila e 12 mila anni fa, alla fine dell’ultima glaciazione, e che ha spazzato via «quasi» ogni traccia di una civiltà avanzata diffusa su tutta la Terra. Nel Ritorno degli dèi Hancock identifica e documenta le tracce che dimostrano l’esistenza di questa civiltà e si pone in una prospettiva nuova riguardo all’eredità del passato. Per ricominciare siamo stati aiutati e guidati dagli «dèi Costruttori», i Sapienti sopravvissuti all’epoca antidiluviana che tramandando alle generazioni future tradizioni e sapienza derivanti da un’epoca precedente riuscirono a rinnovarsi, come la mitica fenice. La loro missione non fu però soltanto quella di consegnarci il patrimonio di conoscenze con cui ricominciare, ma anche di lasciarci un messaggio: sarebbe successo ancora. Un nuovo cataclisma incomberà sulla Terra e il «ritorno della fenice», a cui sono da sempre associati distruzione e rinnovamento, avverrà proprio nei nostri tempi, un possibile futuro che dobbiamo prepararci ad affrontare.

Graham Hancock, Il ritorno degli dei (Magicians of the Gods, 2015), traduzione Elisabetta Craveri, Corbaccio, collana Profezie, pagg. 485, euro 19,90