John Scalzi è indubbiamente uno degli autori più interessanti del panorama fantascientifico attuale. Forse non il più interessante in assoluto, forse nemmeno nei primi cinque; nessun suo libro è stato un bestseller, anche se hanno venduto bene. Ha vinto un premio John Campbell per il miglior scrittore esordiente nel 2005 e uno per il miglior scrittore amatoriale nel 2008; è stato finalista all'Hugo col suo romanzo più famoso, Old Man's War, ma senza vincere; è stato finalista nel 2010 col romanzo breve The God Engines, ma senza vincere. Ha vinto, infine, nel 2013 con Redshirts, pubblicato anche in Italia da Urania.

Old Man's Wars è stato opzionato per farne un film, ma poi il progetto è stato accantonato; ora si parla di una serie tv (ma si parla anche di una serie tv da Starship Troopers, e difficilmente vedranno la luce entrambe).

Di lui si dice che chi finisce di leggere un suo libro la prima cosa che fa è andare su Amazon a cercarne qualcun altro da comprare subito. Perciò, anche se non è stato ai vertici assoluti delle classifiche che contano, i suoi libri continuano a vendere, e continuano e continuano.

Scalzi è stato anche presidente della SFWA, ed è uno dei bersagli dell'odio delle varie fazioni destrorse dei Sad Puppied e Rabid Puppies;  tant'è che proprio da quelle fonti poco tempo già era girata la voce che Scalzi stesse cercando disperatamente di contattare l'editore Baen, perché l'editore con cui aveva lavorato fino a quel momento, Tor, voleva lasciarlo a piedi.

Crediamo si possa dire che sarebbe stato difficile inventare una smentita più epica di quella che è arrivata in questi giorni. Perché Tor non ha annunciato il licenziamento di Scalzi, bensì un contratto di quelli da record. Ben 3,4 milioni di dollari, per i prossimi tredici libri che Scalzi scriverà. 

Ci saranno dentro varie cose, tra cui alcuni libri della serie di Old Man's War, e un seguito di Lock In. Scalzi spera che che romanzi come Lock In possano far incuriosire alla fantascienza chi ancora non la conosce.

Insomma, Tor ha dimostrato di credere in questo autore, forse di poterlo far diventare uno degli autori di primissimo piano.

Da canto sui, Scalzi ha commentato, su Twitter, "sono felice che il mio editore abbia voluto investire su di me. Nonostante io non sappia scrivere".