Colossus è uno dei primi tentativi della narrativa fantascientifica, e quindi del cinema, di un diverso risultato, inaspettato: ossia che dalla somma di informazioni e potenza di calcolo derivi un diverso tipo di intelligenza, che non sia la mera riproduzione della intelligenza umana, ma sia talmente diversa che valuti i propri obiettivi con priorità diverse da quelle dei suoi creatori. Nel film l'approccio tecnologico riflette ancora la visione centralizzata dei computer, con un gigantesco server, posto in una montagna, collegato a diversi terminali e dispositivi, che ne rappresentano anche gli occhi e le orecchie. Una visione che ricorda il gigantesco Multivac di Isaac Asimov, o il potente computer del racconto di Fredric Brown La risposta (Answer, 1954), quello che può rispondere a qualsiasi domanda, e quando gli viene chiesto se Dio esiste, risponde implacabile: «Sì, adesso Dio esiste!» David Feltham Jones, pur ipotizzando una struttura centralizzata e non distribuita di calcolo, compie un salto in avanti, anticipando, in senso molto lato, il paradigma di internet. Colossus e il suo gemello Guardian, realizzato dai russi, connessi tra loro sono maggiori della somma delle parti, e la potenza di Colossus 2 deriva proprio dall'accesso al sistema globale di informazioni, all'epoca solo radio-televisive e cartacee.  Come non pensare che il Test Voight-Kampff, usato dai cacciatori di androidi in Do Androids dream of electric sheep? (1968) e trasposto al cinema nel film ;;;Blade Runner nel 1981, non sia altro che una diversa formulazione del Test di Turing? Il test consiste nel monitorare le reazioni fisiologiche ad alcune domande per determinare se un soggetto è un "replicante" (un androide organico) o un umano. Dalle reazioni dell'hardware, un corpo indistinguibile da quello di un essere umano, il test aiuta quindi a riconoscere il software, ossia la vera e propria sede dell'intelligenza artificiale).Supertoys Last All Summer Long (1969), ovvero il racconto di Brian Aldiss che è noto in Italia A.I. - Intelligenza Artificiale, trasposto cinematograficamente da Steven Spielberg su un idea di Stanley Kubrick, è un esempio incompleto di quanto teorizzava Turing, perché il robot bambino protagonista ha una limitata capacità di apprendimento, che non gli impedisce però  la formazione di una sorta di autocoscienza. Il robot bambino è stato progettato per provare amore verso la sua famiglia adottiva, ma al suo interno alberga una consapevolezza di se stesso che guida le sue azioni nella sua ricerca di identità e di appartenenza. Un'anima?  

La serie manga del 1989 Ghost in the Shell esplora questo rapporto tra l'umanità, la tecnologia e che cosa significa essere umani, intelligenti e avere un'anima. Nella serie si fa riferimento al Ghost come a quella componente inspiegabile, la coscienza o l'anima, che differenzia i cyborg dai robot. Poiché gli esseri umani possiedono un fantasma, anche se i loro corpi sono sostituiti con componenti cibernetici tra cui un 'cyberbrain', riescono a conservare la propria umanità, mentre i costrutti completamente artificiali, non avendo il fantasma sarebbero incompleti, gli mancherebbe l'anima per essere vera intelligenza.

È una obiezione forte alle idee turinghiane sull'intelligenza artificiale e sulla possibilità per le macchine di apprendere.

Turing sosteneva  che l'errore della cosiddetta obiezione teologica fosse di pensare qualora esistesse una sorte di essere Onnipotente questi avrebbe donato la capacità di avere un'anima solo agli esseri umani e non a tutto ciò che

disponesse di una struttura atta a contenerla, sia un cervello biologico che artificiale. Per Turing la creazione di una macchina sufficientemente complessa per ospitare l'anima non sarebbe un atto diverso dal dare alla luce un bambino.

L'uomo di Turing di Harry Harrison e Marvin Minsky, del 1992, narra la storia della ricostruzione artificiale di un cervello umano, quello del matematico Brian Delaney, ucciso violentemente.

Se da un lato il romanzo esamina le tecniche di programmazione e di creazione dell'intelligenza artificiale messe a punto dal suo protagonista, dall'altro è anche una speculazione su cosa sia effettivamente la possibilità per una macchina di pensare. 

Il tema delle AI che, acquisita l'autocoscienza, valutati i pro e i contro, hanno deciso di ribellarsi all'essere umano sarà ripreso anche in tempi successivi, ricordiamo per esempio lo WOPR di Wargames (film del 1981) nel quale l'hacker adolescente, David Lightman, quasi inavvertitamente inizia la Terza Guerra Mondiale cercando di giocare alla "Guerra globale termonucleare" contro il supercomputer militare. Quando WOPR continua a giocare, cercando di ottenere l'accesso ai codici di lancio dei missili, il ragazzo risolverà la situazione inducendo lo WOPR a giocare a tris (tic-tac-toe) con se stesso. Dall'essere un avversario perfetto per se stesso, poiché ogni partita finisce con un conseguente pareggio, WOPR comprende che non ci saranno vincitori in una guerra nucleare, e termina i suoi tentativi di attacco. I limiti matematici dell'intelligenza artificiale e la sua programmazione vengono utilizzati per insegnare alla macchina il concetto umano della sicura distruzione reciproca.