Tutto a posto. Con un giorno di ritardo la Orion è partita ed è tornata sulla Terra. Tutto perfetto, tutto regolare: il sistema che, secondo i proclami, un giorno ci porterà fino a Marte funziona. Quanto meno alla Stazione spaziale ci arriverà senz'altro.
Il volo, durato poche ore, ha avuto luogo venerdì, ed era senza equipaggio. La Orion è arrivata fino a 5800 chilometri di distanza da terra - un record dai tempi dell'Apollo per un mezzo destinato al trasporto di passeggeri umani.
Dopo l'abbandono degli Shuttle si torna all'antico, a un progetto che ricorda molto lo stile e le soluzioni adottate per il programma Apollo, ma adeguato alle tecnologie più recenti. Riusciremo a tornare anche all'entusiasmo di quell'epoca?
Intanto nel mondo della sf viviamo ancora sull'onda del primo teaser di Star Wars The Force Awekens. E ci ridiamo anche su.
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15 commenti
Aggiungi un commentoTemo di essere d'accordo con Pedro. L'entusiasmo per le imprese spaziali negli anni sessanta era il frutto di una battente campagna pubblicitaria, che includeva tra l'altro sovvenzioni pubbliche ai produttori cinematografici che realizzavano film di fantascienza, ed è riuscita a spostare l'opinione pubblica che negli anni cinquanta vedeva i razzi come simboli dell'olocausto atomico.
S*
Parla per te a me ed a molti altri i robot danno lavoro
inoltre questo ha permesso la creazioni di posti di lavoro in settori che prima manco esistevano ed ha liberato risorse per altri ancora nei settori più disparati.
Il vero problema è che essendo la natura umana quello che è, le risorse che si sono liberate spesso sono finite in con l'essere usate per consolidare le posizioni e le rendite di chi aveva gia potere o influenza politica, economica o sociale senza preoccuparsi che il bengodi non sarebbe durato e che quelle risorse andavano invece investire nella riorganizzazione e ristrutturazione dei sistemi sociali ed economici.
Ad esempio qui in Italia con il progresso tecnologico si è verificato un aumento del magna-magna e della creazione di posti di lavoro inutili, ed ora che la cosa è diventata insostenibile chi ha il potere preferisce continuare a distruggere il tessuto produttivo piuttosto che intervenire sul serio dove sarebbe necessario.
Un'immagine vale più di mille parole.
Mi dispiace sinceramente togliere l'ultima parola a S*, ma vorrei lasciare una nota sulla foto che apre l'articolo.
D'accordo a Cape Canaveral erano le 7.05 di un mattino invernale e si trattava di un lancio sperimentale poco spettacolare, ma gli sparuti spettatori in un'atmosdera crepuscolare evocano uno struggente e malinconico tramonto del sogno spaziale piuttosto che un'aurora radiosa: un'immagine dalla forte valenza simbolica.
Purtroppo non me lo tolgono e vorrei tanto
invece i robot industriali hanno tolto molto lavoro agli operai. E' un male? E' un bene? I robot industriali non sono certo un male di per sé, lo sono perché sono usati per moltiplicare la ricchezza di pochi. Ci sono industrie che oramai sono quasi totalmente automatiche, fanno la felicità degli azionisti e finita lì. In questo senso i robot sono stati un fallimento per il genere umano ma chissà? Potrebbero ancora ribaltare la situazione in futuro.
Minori certezze e minori spinte propagandistiche, certo.
Poi l'affievolirsi dell' entusiasmo verso l'ignoto spaziale e' per certi versi anche dovuto ad una sorta di eccesso.
Nell'ultimo ventennio "la rete" ha aperto inimmaginabili prospettive di informazione e potenzialita' di conoscenza, financo a rendere gli individui apparentemente piu' protagonisti.
Ma quando si tocca con mano l'evoluzione, anzi quando la si ha a portata domestica, la curiosita' verso qualche cosa frutto di altri, ma lontanissimo dalle nostre competenze, finisce per essere sopita.
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