In un certo senso è tranquillizzante. No, la polizia americana non è arrivata al punto di arrestare un insegnante solo perché ha scritto un romanzo di fantascienza. Alle dichiarazioni iniziali dei poliziotti e degli ufficiali scolastici, che delineavano un quadro realmente orwelliano degli eventi, sono seguiti ieri altri dettagli che ridimensionano la cosa e la riportano nell'ambito della legalità.

Patrick McLaw, insegnante del Maryland autore (sotto l'ambizioso pseudonimo di "Dr. K.S. Voltaer") di due romanzi di fantascienza che immaginano la più grande strage in una scuola, in un lontano futuro, è stato effettivamente fermato dalla polizia. La cosa però non è nata in seguito alla scoperta che McLaw scriveva fantascienza, come lasciato intendere dalla polizia di Dorchester, che ha eseguito le verifiche sull'ufficio in cui lavorava McLaw, ma, come dichiarato ieri da Matthew A. Macharello, procuratore della contea di Wicomico dove McLaw abita e che ha ordinato il suo fermo, in seguito a una lettera di quattro pagine inviata da McLaw agli organi scolastici durante l'estate. 

La lettera ha sollevato forti preoccupazioni sull'equilibrio mentale di McLaw, travagliato dalla fine di una lunga relazione e da un difficile rapporto con la madre. Gli psicologi che l'hanno esaminata hanno stabilito che McLaw poteva essere un pericolo per se stesso, e ne hanno disposto esami medici obbligatori.

McLaw non aveva armi in casa, ma aveva una raccolta di materiali sulla strage della Columbine; forse materiale raccolto per i romanzi, ma nel quadro totale della situazione gli stessi libri non possono che essere visti come elementi per valutare un possibile disordine.

Speriamo che il signor McLaw possa essere curato e possa tornare al suo lavoro, o a scrivere romanzi. Certo il modo in cui è stata gestita la notizia del suo arresto – incluso un quotidiano online che confondendo il suo caso con quello di un altro insegnante aveva pubblicato un titolo attribuendogli la "volontà di pugnalare un po' di ragazzi" – è stata molto meno che professionale e molto meno che rispettosa della dignità e della privacy.