Era il 1978, e la serie di maggior successo del momento era Happy Days. Una serie che parlava della gioventù degli anni Cinquanta, basata sul film American Graffiti col quale George Lucas aveva finanziato la produzione di Star Wars. Quell'anno stava andando in onda la quinta stagione, ne sarebbero state prodotte altre sei negli anni successivi. Happy Days era ben lontana dalla fantascienza, eppure il 28 febbraio, gli spettatori si trovarono ad assistere a uno spettacolo inatteso: l'ineffabile Fonzie aveva trovato un degno avversario, e questo avversario veniva da un altro pianeta: si chiamava Mork. Gli spettatori impazzirono.
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25 commenti
Aggiungi un commentoScusate se non mi unisco al coro.
Potrei farlo, ma sembrerei uscito da una vignetta di Zerocalcare:
http://www.zerocalcare.it/2013/09/23/quando-muore-uno-famoso/
Ovviamente piango l'uomo ed il suo dramma, per il resto confesso che non l'ho mai sopportato e credo di non essere il solo.
Si, hai proprio ragione e la vignetta è tristemente verissima... ma che vuoi, così van le cose nella società "social"...
Anch'io non andavo matto per Williams, mi è sempre risultato eccessivo, ma riconosco che era un grande attore e sicuramente una persona dotata di grande sensibilità e umanità.
Zerocalcare è un grande, e la sua storia calza per tutti quelli che non sono cresciuti tra Happy Days e Mork & Mindi (che a rivederli adesso, magari uno si chiede come facevano a piacergli allora). Però chi ha aprezzato R.W. per anni ha anche diritto a posizionare la freccia più o meno sul dispiacere sorpreso e affranto (per l'idea che RW non farà più niente di nuovo, mica altro). Insomma, dispiace, che era un'icona pure lui. Poi ha fatto la sua scelta. Gli si può dire "Good bye", no? E anche "Nano-nano", alneno gli Anthiformi....
zarocalcare fa sempre ridere, per carità, ("oggi mangio un pandistelle, domani impalo chi mangia i pandistelle", ma su questo argomento si dovrebbe fare un attimino li cazzi sua. se a uno dispiace che sia morto robin williams, o robbie williams, o serena williams, beh è libero di dirlo sui social network. corre magari il rischio di risultare troppo "rammaricato"? minchia, siamo mica tutti salman rushdie, su: uno che non è abituato ad esprimersi per iscritto può anche suonare esageratamente in lutto quella rara volta che cerca di scrivere qualcosa di rispettoso e formale.
L'obbiettivo di chi fa satira è quello di "sfottere" comportamenti "strani" (e con questo termine tutto s'intende) e se pur l'argomento morte è delicato non si esclude. Almeno nella cultura popolare toscana e anche romana, entrambe sempre pronte a dissacrare e sfottere.
Ovviamente con questo non voglio dire che uno non deve sentirsi triste per la morte di una persona ma nel fiorire esagerato di tali commenti di cordoglio è facile percepire una sorta di protagonismo un po' ipocrita e melodrammatico, molto social ... poco serio.
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