Fantascienza.com, il meglio della settimana dell'Invictus

Il protagonista di uno dei più famosi e più bei libri di fantascienza sulla guerra, Forever War, si chiama Mandella. Un nome spiegato nel libro con un riferimento ai mandala e in realtà nato semplicemente anagrammando (più o meno) il cognome dell'autore, Haldeman: nulla a che fare con Nelson Mandela, che all'epoca dell'uscita del romanzo era già in carcere da quattordici anni. Era stato arrestato infatti cinquant'anni fa, nel 1963, e sarebbe rimasto in carcere fino al 1990, rifiutando nel 1985 la liberazione in cambio della rinuncia alla lotta armata.

"Colui che provoca guai", questo il significato letterale del suo nome Rolihlahla (il nome Nelson gli fu dato più tardi), è stato considerato per molti anni da diversi capi di stato, europei, americani e medioorientali, poco più che un terrorista. E lui ha creduto nella lotta armata molto a lungo, ma è stato anche capace, una volta liberato dal presidente de Klerk, di rinunciare alla vendetta e a una guerra civile che sembrava inevitabile e di condurre il suo paese alla pace e alla riparazione.

Avrete letto queste cose su decine di siti e giornali, certo, ma era davvero difficile non parlarne in questo riassunto settimanale.

Questa settimana la notizia più letta riguarda i tonfi della Marvel: perché sì, prima di fare un blockbuster dopo l'altro come accade da qualche anno, la Casa delle Idee ha inanellato una serie di film e telefilm di qualità dubbio e di successo minimo.

E oltre alle beffe il danno, perché questa settimana si parla quasi solo della Distinta Concorrenza. A cominciare dal casting per Wonder Woman, e non è, purtroppo, la guerriera vichinga Jaimie Alexander in cui molti speravano.

E c'è anche Arrow!

Dopo aver visto il trailer i fan di Star Trek stanno già sperando che diventi realtà questo "colossal amatoriale". Mentre JJ addirittura si scusa per i trabocchetti su Khan.

Premiato un grandissimo della fantascienza.

Due eccezionali ebook di fantascienza.

Infine il bellissimo corto della settimana:

Buona lettura!

Dal profondo della notte che mi avvolge,

Nera come un pozzo da un polo all'altro,

Ringrazio qualunque dio esista

Per la mia anima invincibile.

Nella feroce morsa della circostanza

Non ho arretrato né gridato.

Sotto i colpi d'ascia della sorte

Il mio capo è sanguinante, ma non chino.

Oltre questo luogo d'ira e lacrime

Incombe il solo Orrore delle ombre,

E ancora la minaccia degli anni

Mi trova e mi troverà senza paura.

Non importa quanto stretto sia il passaggio,

Quanto piena di castighi la vita,

Io sono il padrone del mio destino;

Io sono il capitano della mia anima.

  -- William Ernest Henley, Invictus