Gravity, il film di Alfonso Cuarón da questa settimana anche nelle sale italiane, attesissimo anche perché già apprezzato dalla critica alla presentazione nei festival, risolleva una discussione dalla quale eravamo già passati ai tempi di Apollo 13. Ci troviamo di fronte, anche questa volta, a un film ambientato nello spazio che forse non è catalogabile coma fantascienza.

Se con Apollo 13 la cosa era abbastanza chiara, visto che raccontava eventi accaduti nella realtà, qui siamo ancora più sul confine: la storia è finzione, l'ambientazione è spaziale. Ma non c'è nessun elemento realmente classificabile novus; la tecnologia spaziale è quella attuale, ciò che accade è perfettamente possibile. Persino i due attori principali, anzi, gli unici due attori a comparire sullo schermo, sembrano alimentare il conflitto: da una parte George Cloony, che a parte un Batman e Robin che potremmo ben classificare "incidente di gioventù" non ha praticamente mai fatto nulla di genere fantastico, dall'altra invece un'habituée della fantascienza, Sandra Bullock.

Al di là di questi giochi classificatori comunque il film viaggia in quasi tutte le critiche sulla media dell'8, quindi vale senz'altro la pena.

Sinossi

La dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock), un brillante ingegnere medico, è alla sua prima missione a bordo di uno shuttle. Affianca la squadra del veterano Matt Kowalsky (George Clooney), al comado della sua ultima spedizione prima di ritirarsi in pensione. Il loro è un viaggio di ordinaria amministrazione che si trasforma in disastro quando, a causa di un evento non previsto, la navicella esplode, uccidendo il resto dell'equipaggio. Da soli nello spazio, Ryan e Matt perdono ogni contatto con la Terra e la paura si trasforma in panico quando con il poco ossigeno a loro disposizione tenteranno l'impossibile pur di ritornare a casa. (da FilmTV).

Gravity (USA 2013) di Alfonso Cuarón, con Sandra Bullock, George Clooney.