Quanti romanzi sui robot sono usciti finora? E in quanti modi sono stati dipinti dagli autori? Un'infinità è la risposta a entrambe le domande. Cosa potrà mai aggiungere, quindi, la fresca uscita sul mercato americano di un nuovo romanzo a base di androidi autoreplicanti? Perché di questo parla vN: The First Machine Dynasty, corposo volume di oltre quattrocento pagine nella versione paperback, che esce contemporaneamente anche in formato e-book e audiobook. Intanto è un romanzo d'esordio: si tratta infatti del primo libro della giovane Madeline Ashby, nata a Los Angeles ma residente a Toronto, un passato recente come consulente per diversi istituti di ricerca e redattrice per vari blog, nonché autrice di svariati racconti pubblicati su antologie e sul web. E poi il romanzo cerca, e forse trova, un punto di vista diverso nel leggere un'immaginaria vicenda ambientata in un futuro non troppo lontano.

I vN sono una nuova razza di robot autoreplicanti, così chiamati in onore di John Von Neumann, matematico ungherese che è stato tra i fondatori dell'architettura dei moderni computer. I vN però non sono robot come tutti gli altri: sono stati costruiti per conto di una setta apocalittica cristiana, la quale voleva lasciare agli atei e agli eretici una testimonianza prima dell'avvento dell'Estasi, la fine dei tempi. A questo scopo sono stati dotati di un failsafe, un meccanismo di sicurezza che impedisce loro di nuocere o di far nuocere agli esseri umani; un po' come le Tre Leggi della Robotica di asimoviana memoria. Succede che la fine dei tempi non arriva, e i poveri vN si trovano costretti a integrarsi con un'umanità che li tratta un po' come schiavi e un po' come giocattoli sessuali, avendone anche paura. Perché un'altra caratteristica dei vN consiste nel fatto che, dopo essersi nutriti a sufficienza, si replicano in automatico, facendo aumentare vertiginosamente il proprio numero.

La situazione si complica ulteriormente per via del nascente movimento di diritti civili che pretende la totale integrazione dei vN con gli umani, promuovendo anche forme di unione mista umana-robotica. Da qui parte il racconto, fatto in prima persona, della giovane Amy, figlia di un umano e di una vN, sottoposta come tutti gli ibridi a un regime di sottoalimentazione per impedirle di crescere troppo rapidamente e replicarsi. Educata come un'umana ma trattata come un robot, Amy cresce dovendosi confrontare con la nonna materna Portia, la vN che ha generato sua madre, e che improvvisamente si ripresenta attaccando violentemente la madre. Amy difende la madre mangiando (letteralmente) la nonna, ma a partire da quel momento Portia diventerà parte integrante della personalità di Amy, mettendola a conoscenza di alcuni segreti decisamente scottanti.

Nonostante vN sia appena uscito, sta già riscuotendo parecchi consensi sia di pubblico che di critica, a cominciare dal lancio entusiastico che ne fa Cory Doctorow sul suo blog Boingboing.net (ma è un lancio un po' di parte visto che la Asbhy è tra i redattori del sito e Doctorow è stato colui che l'ha fatta esordire nella narrativa). Il romanzo intriga per il suo mescolare temi e riflessioni diverse, dalla robotica alla sessualità allo sviluppo della società futura. Il che, per essere un romanzo d'esordio scritto da una ventinovenne, non è affatto male. Il sottotitolo potrebbe suggerire anche l'avvio di una saga, e se così fosse potrebbe anche rivelarsi uno cicli più interessanti degli ultimi anni. Intanto i vN si moltiplicano e pongono all'umanità diversi quesiti; e non è detto che l'umanità sia in grado di rispondere.