Ci sono attori di sicuro talento che, per un motivo o per un altro, restano legati per la vita a un ruolo anche se non è stata certo la loro migliore interpretazione. È successo ad esempio a Sean Connery, che sarà per sempre l'agente 007 pur avendo fornito successivamente interpretazioni maiuscole. Succede a Harrison Ford: l'attore di Chicago, ormai sessantottenne, ha attraversato l'immaginario cinematografico in ogni campo, lasciando sempre il segno. Dalla fantascienza di Blade Runner alla saga di Indiana Jones, dai thriller di Witness - Il testimone e Presunto innocente alla commedia di Una donna in carriera e Sabrina, per tornare alla fantascienza nel prossimo Cowboy & Aliens. Eppure per tutti sarà sempre Han Solo, il cavaliere senza macchia e senza paura della saga di Guerre Stellari. E lui, dopo oltre trent'anni, dimostra una certa insofferenza sull'argomento.

Anche perché gli altri non fanno nulla per venirgli incontro, dato che non capita intervista in cui la domandina sul personaggio non esca fuori in un modo o nell'altro. È successo anche di recente durante un incontro dell'attore con la ABC News, in occasione della promozione del suo ultimo film, la commedia romantica Morning Glory - Il volto del mattino. All'ennesima domanda sul personaggio di Han Solo, Ford mostra dapprima un certo imbarazzo, poi si lascia andare a questa dichiarazione: "Come personaggio non è mai stato molto interessante per me. Pensavo che sarebbe dovuto morire alla fine, per dargli la giusta dimensione". Il riferimento è a L'impero colpisce ancora, quinto (o secondo, fate voi) episodio della saga al termine del quale il mercenario Solo finisce ibernato nella grafite a opera degli sgherri di Dart Fener. E alla successiva domanda sul perché questo non è accaduto, la risposta sorniona di Ford è stata: "George [Lucas] non vedeva un grande futuro per i pupazzi di Solo cadavere".

Insomma, pare di capire che in origine il personaggio di Han doveva sparire, ma che il successo travolgente del secondo film e attente considerazioni di marketing, per il quale George Lucas ha sempre dimostrato un talento superiore a quello di puro regista, hanno fatto propendere per una sua ricomparsa. In effetti non si può disapprovare Lucas quando dice che i giocattoli dei protagonisti di un film vendono di più se tali protagonisti sono ancora vivi, ma si può anche comprendere l'irritazione di Ford che, nonostante una ormai quarantennale carriera cinematografica, continua a essere ricordato per aver recitato la battuta: "Forte la ragazza: non so se ucciderla o innamorarmi di lei!". Ford potrà consolarsi pensando al contratto firmato per il primo film della saga, che prevedeva parte del suo compenso legato agli incassi del film...