Edwin Charles Tubb è morto nel sonno nella sua casa di Londra, la città dov'era nato e vissuto, lo scorso 10 settembre. Il mese prossimo avrebbe compiuto 91 anni. Lascia due figlie, Jennifer e Linda, le nipoti Lisa Elcomb e Julie Hickmott, e alcuni bisnipoti.

Nato il 15 ottobre 1919, Tubb aveva pubblicato il suo primo racconto nel 1951, sulla storica rivista New Worlds. Ben presto era diventato scrittore professionista, collaborando con diverse riviste e diventando anche direttore di una di esse, Authentic Science Fiction, dal 1956 al 1957. Avendo difficoltà a trovare buoni racconti Tubb non esitava a scrivere in prima persona i racconti pubblicati dalla sua rivista, sotto una varietà di pseudonimi: si ricorda un numero, quello dell'aprile 1956, scritto interamente da Tubb, inclusde le lettere dei lettori.

Dal 1967 inizia la pubblicazione della sua saga più famosa, quella di Dumarest della Terra, edita in Italia da Elara. Originariamente un'imitazione delle storie di Leigh Brackett, la serie finisce per prendere una sua fisionomia e diventare molto popolare, tanto da andare avanti fino al 2008, con l'uscita di Child Of Earth, trentatreesimo libro della serie.

Tra le altre serie di romanzi scritti da Tubb vanno ricordati anche 7 romanzi basati su altrettanti episodi di Spazio: 1999.

Apprezzato dal pubblico per i suoi romanzi ricchi di avventure, Tubb ha ottenuto pochi riconoscimenti dalla critica e pochi onori, a parte cinque premi assegnati dalla rivista Nebula (da non confondersi con i premi Nebula). Nel 2010 il romanzo del 1959 The Possessed, edito in Italia dalle Edizioni della Vigna col titolo I posseduti, ha vinto il premio Italia come miglior romanzo internazionale. Nel 1970 è stato ospite d'onore alla Worldcon di Haidelberg.

"Ho appreso poche ore fa della morte di Edwin Tubb da parte del suo amico e

agente, Philip Harbottle" ci scrive Luigi Petruzzelli delle Edizioni della Vigna. "Ne sono addolorato: l'ho sempre considerato un buon autore e, prima ancora di avere dei rapporti con lui, avevo contribuito volentieri alla sua bibliografia "The Tall Adventurer", alla fine degli anni Novanta. Mi resta l'onore di aver pubblicato un suo romanzo; mi resta il rimpianto di non averlo mai conosciuto di persona."