Avviarsi all’epilogo.

La donna più anziana consultò l’orologio. Era tardi. Erano già le dodici passate e loro erano ancora lì, ad aspettare. Chiamò l’altra.

- Esci, avanti. Non ho intenzione di restare un secondo di più in questo posto.

- Ma è presto! C’è ancora tanto tempo.

La ragazza si portò ansiosamente sulla riva del lago, vedeva a malapena il viso affilato dell’altra, ma sentiva con delirante nettezza la sua ferrea volontà di agire. Le spiaceva lasciare quel posto, quell’acqua, solo per una cosa talmente banale.

- Sei una sporcacciona! - Gridò.

 

Inevitabilmente s’avvera la confluenza degli elementi. In questo momento egli sta ancora osservando il volo sicuro del corvo, che s’è alzato dopo essere restato a lungo a fissarlo nel viso, abbandonando su quel lembo di spiaggia le sue uova bianche. Da cui nasceranno milioni, miliardi di vite, per perpetrare l’universale gioco.

Essere o non essere, questo è il problema.

E ritorna ormai conscio alla primitiva posizione, lasciando che di nuovo il suo viso dai lunghi capelli neri s’affondi nell’oro della spiaggia, aprendo le mani all’antica posizione di rilassamento.

 

Il sole batteva a perpendicolo sul suo capo. Stava sdraiato con in ventre all’insù, mentre l’enorme pilone d’acciaio gli gravava sul corpo, si fondeva a poco a poco con le sue cellule, mescolando il vivente al morto, l’inorganico all’organico.

- Io so, - disse all’omone che rideva del suo dolore, - che l’unica cosa che ci tiene assieme è la realtà, il fluire degli eventi. Io so tutto questo e potrei anch provarglielo, ma non ne ho voglia.

- Non mi lascio incantare da fisime metafisiche! Lei vorrebbe che io le levassi dalla pancia il pilone, mettendomi magari al suo posto, solo per conoscere una pretesa realtà universale. Sta fresco!

 

Posandosi lieve su di lui, l’angelo reggicartiglio dal volto consumato e dalle grandi mani adunche gli gettò gli occhi sull’iscrizione. Lesse: In costruzione. Pericolo.

Non c’era nessuno ad ascoltarlo. Urlò ugualmente.

Niente. Non gli restava che piangere.

Vide appena il corpo già consumato della donna anziana. I suoi occhi erano attirati solo dalla ragazza, che gli mostrava i seni dall’alto della ruota.

- Siamo venute per fare l’amore - disse la donna anziana. - Dovrai possederci tutte e due prima che il sole cada dietro l’orizzonte. Non hai altra possibilità.

- Sorelle mie, - pensò, - io vi conosco. Vi conosco da quando esisto. Vita, Morte, voi vi fondete in un tutto unico, e mi volete. Ma perché?