Essenzialmente nulla lo legava alle altre cose. Se un uomo in un certo istante si trova in un certo luogo è solo perché è così, niente di più. Ma se invece lui non avesse voluto trovarsi lì, in un altro posto piuttosto, lo avrebbe potuto? 

Naturalmente ancora il lago. Perché anche se la sera è scesa e le due donne non nuotano più nelle sue acque, ciò non vuol dire ch’esso sia diminuito d’importanza. Un lago forse di montagna, contornatoda una breve spiaggia, di ciottoli tondeggianti, dove ancora s’innalza al cielo il fumo delle sigarette delle due donne.

Le due donne, nude, in riva al lago. Sono le undici di sera. Chiacchierano blandamente, lasciando che un sottile strato di vento notturno porti via le parole e le disperda lontano. Hanno gli occhi chiusi, e stanno sdraiate sul tappeto non troppo morbido dei ciottoli non aguzzi. Soltanto adesso un brivido di freddo s’insinua nelle loro pelli, a tradimento.

La più giovane ha smesso di tormentarsi il capezzolo. Pensa.

 

Prendendosi con pervicacia la testa tra le mani, l’ossessione sempre ripetentesi del ricordo e delle supposizioni non lo abbandona. Soprattutto lo indispone la ruota arrugginita piantata davanti a lui, affondata per metà nella sabbia.

Una ruota da bicicletta arrugginita, col pneumatico appassito. Una ruota abbandonata o messa lì da chissà quali remotissime ere, certo in funzione della sua presenza d’oggi, di questo preciso momento che involvendosi ed evolvendosi sfuma nell’attimo stesso della definizione. Qualcosa la lega a lui, la stessa cosa che lo lega a lui, la stessa cosa che lo lega ad essa, la intima essenza del loro reciproco rapporto.

Dietro di lui, appena un poco oltre le sue spalle, il cartello verde col cartiglio a caratteri gotici è caduto sulla spiaggia. Nessuno ha osservato il suo modico volteggiare, quasi allampanato, mentre s’abbandonava al gioco delle correnti.

E pilastri, ponte, cemento, cartello appaiono-scompaiono, scompaiono-appaiono, in una successione di corti lampi atoni moderatamente visibili. Il ponte è tuttora in costruzione.

 

L’omone scese con un ultimo grido dalla jeep, lasciando il motore acceso. Gli si piantò davanti con aria feroce, costringendolo ad alzare il capo per guardarlo.

- Allora, se ne vuole andare o no? - Vedeva con la coda dell’occhio il ponte, ma gli sembrava lontano.

- Perché tanta insistenza? Dovrete lavorare un bel po’ prima d’arrivare fino a me.

Quello scuoteva la testa con decisione, e pestava col piede la sabbia davanti a lui, per ribadire il concetto che gli usciva dalla bocca.

- Dobbiamo costruire qui, signor mio. Qui. Qui.

 

Succede che alle undici di sera alla giovane donna viene voglia di nuovo di gettarsi nell’acqua. Con uno sguardo in tralice controlla il corpo della sua compagna e fa un passo esitante verso il lago. Getta il mozzicone di sigaretta nello specchio tranquillo, e se ne resta lì a fissare quella quiete, con un indefinito desiderio di congelarsi a contatto della fredda acqua.