Con un decreto datato 30 marzo e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 marzo, il ministro per lo Sviluppo Economico Scajola ha abolito da un giorno all'altro le tariffe agevolate per la spedizione di libri e riviste. Il provvedimento, infatti, entra in vigore già dal 1 aprile.

La data autorizzava a pensare a uno scherzo di cattivo gusto da parte del sito di Poste Italiane, ma la successiva verifica sul sito della Gazzetta Ufficiale ha tolto questa illusione.

“Siamo profondamente indignati per un provvedimento improvviso, non annunciato e che per la sua applicazione immediata sconvolge tutte le pianificazioni commerciali del mondo dell’editoria libraria” scrive il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo.

“Al di là del merito e delle ragioni dell’iniziativa – prosegue Polillo - siamo allibiti del fatto che in nessuna occasione né Poste, né gli organi istituzionali competenti ci abbiano dato la minima indicazione di una decisione imminente e sconvolgente per il nostro settore. Le ricadute saranno pesanti non solo in termini economici per la vita delle case editrici, ma anche per la cultura e l’informazione del paese: il canale postale è infatti uno strumento fondamentale di diffusione dei libri, soprattutto in quelle zone d’Italia non servite da librerie”.

''Vorremmo sperare - dice Franco Siddi, segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana - si sia trattato di errori di valutazione tecnica. Chiediamo perciò all'Autorità politica, in primo luogo al Presidente del Consiglio, di voler sospendere questi provvedimenti e avviare, verificandone l'impatto con le parti sociali, un serio e qualificante processo di riordino degli interventi, prevedendo in primo luogo i risparmi di spesa laddove ci sono gli abusi. La Fnsi avvierà con le altre parti sociali una serie di azioni perché, rapidamente, in un arco di tempo ragionevole e determinato, si compiano quelle riforme di sistema indispensabili per assicurare il corretto equilibrio e la tenuta del mondo dell'editoria italiana''

È curioso che un simile decreto venga da un ministero che dovrebbe curare lo "sviluppo" economico. Evitiamo altre considerazioni riguardanti in generale la politica del governo sui temi dell'editoria e della comunicazione per non scendere troppo in ambito politico.

Tuttavia è nella politica che si ricade se si cerca una spiegazione a quanto accaduto, lo spiega con chiarezza in una nota l'Adiconsum.

Sono finiti i 50 milioni di euro destinate alle agevolazioni agevolazioni tariffarie postali per la spedizione di prodotti editoriali e in abbonamento.

E sono finiti perché alle pubblicazioni editoriali è stata assimilata anche la pubblicità, anche quella elettorale, di cui siamo stati invasi negli scorsi mesi.

Ora, a elezioni finite, a parte qualche ballottaggio, il governo ci comunica che non c'è più trippa per gatti.

Il provvedimento ovviamente tocca anche la nostra casa editrice, che spedisce oltre seimila libri all'anno venduti tramite Delos Store, e che vedrà i costi per queste spedizioni raddoppiati, un costo che, afferma Silvio Sosio, si cercherà di non far pesare sui clienti lasciando inalterato l'attuale contributo per le spese di spedizione.