Abbiamo parlato più volte del progetto di Roland Emmerich di portare sullo schermo il ciclo della Fondazione, partorito dall'immaginazione del "Buon Dottore" Isaac Asimov. Notizia che ha suscitato molte perplessità tra i fan dei romanzi, soprattutto in considerazione del modo "pachidermico" che ha Emmerich di concepire un film, il che potrebbe fare scempio di un ciclo letterario basato principalmente sulla speculazione intellettuale. La successiva scelta di Robert Rodat, esperto e appassionato della saga, come sceneggiatore per i tre film che verranno tratti, ha tranquillizzato il fandom, ma solo fino a un certo punto.

In questo contesto giunge l'indiscrezione secondo la quale Sony Pictures, che produce i film, sta valutando la possibilità di realizzarli interamente in 3D, sull'onda del successo di Avatar e altre pellicole. È lo stesso Emmerich a parlarne in un'intervista. "È un progetto veramente molto ambizioso," ha dichiarato il regista. "Ho voluto attendere l'uscita di Avatar per vedere se la tecnologia è sufficientemente avanzata." La Sony vorrebbe partire con le riprese del primo film il più presto possibile, ma Emmerich vorrebbe avere un'ulteriore conferma sulla tecnologia vedendo completare Guerra eterna, la trasposizione sempre in 3D del romanzo principe di Joe Haldeman che Ridley Scott sta terminando, e che segna il suo grande ritorno alla fantascienza. "È ancora troppo lontano - sostiene Emmerich parlando sempre del 3D - troppo blando, troppo distante nella prospettiva, manca l'atmosfera. So che Ridley riuscirà a essere più innovativo sull'aspetto finale del film di quanto è stato James Cameron, perché riesce a visualizzare meglio le riprese e saprà come usare gli effetti 3D."

È abbastanza evidente il fatto che Emmerich non sia particolarmente entusiasta di questa tecnologia. Così come traspare dalle sue parole, l'effetto visivo finale di Avatar non deve averlo impressionato più di tanto. Chiaramente se gli studios decideranno di cavalcare l'onda del 3D (cosa più che probabile) Emmerich si adatterà. Al momento però lui e Rodat hanno un problema più spinoso da risolvere: come tradurre l'immenso ciclo asimoviano, complessivamente sette romanzi principali più altri collegati per svariate migliaia di pagine, in soli tre film.

"Sto aspettando il mio script da un giorno all'altro," ha continuato il regista. "Abbiamo lavorato veramente duro con Rob Rodat...  E penso di avergli fatto dare il meglio. Lui ha letto tutti i libri quattro o cinque volte, conosce ogni personaggio, e ha avuto veramente una buona idea su come organizzare il tutto. Fondazione è difficile perché Asimov la scrisse come racconti da pubblicare su Amazing Stories, e solo quando arrivò al secondo o terzo libro realizzò che stava scrivendo una storia di fantascienza epica. Così è veramente difficile. Però penso che siamo riusciti a trovare una buona strada per il film." E i fan sperano che abbia ragione.