Fino a poco tempo fa Virtuality era un ricordo ancora prima di vedere la luce della messa in onda: con una mossa davvero inusuale, la Fox aveva deciso di mandare in onda il pilot della serie creata da Ron Moore il 4 luglio, alle 8 di sera. In pratica, un giorno e un'ora in cui davanti alla televisione non c'è proprio nessuno: sarebbe in pratica stata la prematura fine di una serie che non aveva nemmeno altri episodi in cantiere.
Ma visto che alla Fox tv Usa sono strani (vedete Futurama e la geniale Wonderfalls), in questi giorni hanno cambiato idea, almeno in parte.
Innanzitutto, il pilot verrà mandato in onda il 26 giugno, venerdì, che rientra comunque nella cosidetta death slot (ovvero, dove le serie vanno a morire), ma se ce l'ha fatta Dollhouse, allora c'è speranza per tutti.
A ciò si aggiunge che Doug Drexler, supervisore agli effetti speciali di Virtuality, ha raccontato nel suo blog di come la Fox abbia richiesto sequenze addizionali per la serie, lasciando così la porta aperta ai rumors sul suo proseguimento.
La volpe televisiva del ventesimo secolo non conferma né smentisce, ma di sicuro c'è che la serie non è stata inserita nella programmazione autunnale, per cui se anche il 26 giugno ci fossero più di 10 persone a seguire il pilot, la serie seguente dovrebbe essere costruita da zero e finirebbe nella programmazione del 2010.
Nel frattempo sono arrivati nuovi e più interessanti dettagli sulla trama. Lo spunto iniziale è sempre quello: la terra sta morendo, andiamo a cercare la salvezza con un gruppo di astronauti a bordo della Phaeton per un viaggetto dalla durata prevista di dieci anni. L'elemento aggiunto è che l'equipaggio fa anche parte di un reality show del futuro: le loro azioni sono seguite in diretta da tutto il mondo.
Per evadere dalla monotonia del viaggio, il team ha a disposizione un, diciamolo chiaramente, ponte ologrammi, dove però accade qualcosa di terribile e il capitano Frank Pike (si, esatto, proprio Pike), interpretato da Nikolaj Coster-Waldau (New Amsterdam, cancellata prematuramente), deve prendere una decisione cruciale.
Infine, tra le varie traversie che hanno segnato la produzione, si aggiunge il fatto che la Fox avrebbe richiesto cambiamenti alla storia originale, per renderla appetibile a un pubblico più ampio. Quello che lascia perplessi è che uno dei cambiamenti consistesse nell'eliminare dal gruppo dei protagonisti una coppia gay sposata.
Che dite, ce la farà Virtuality, nel suo viaggio decennale di esplorazione della galassia, ad arrivare laggiù dove nessuno è mai giunto prima?
5 commenti
Aggiungi un commentoL'idea del reality mi fa proprio senso. Per il resto sono curioso di vedere il pilot
Ecco i primi 12 minuti di Virtuality, che andrà in onda il 26 giugno.
http://scifiwire.com/2009/06/watch-a-12-minute-preview.php#more
Ron More è geniale,ho visto il trailer e ci sono dei set incredibili.
spero che quelli della fox facciano partire la serie,senza tanti problemi.
c'è una coppia gay e qualche ottuso pensa che i bambini non devano vederla.
Che razza di bigotti sti americani.
La parola reality deve essere vista come un coinvolgimento del pianeta terra insieme ai membri dell'astronave nel raggiungimento di una nuova casa su un altro pianeta,un grande fratello positivo per una vittoria per tutto il genere umano.
Un obittivo per la sopravvivenza e una speranza per tutti.
Da che pulpito viene la predica! Non a livello personale ovviamente (è chiaro che tu non lo sei) ma noi italiani purtroppo su queste cose siamo molto peggio degli americani!
S*
Ho visto il pilot.
Mi è piaciuto.
Forse un po' lento inizialmente, ma ben sviluppato dal cocktail di elementi che lo hanno generato.
un viaggio decennale, il pericolo per l'umanità, i cosmonauti che vengono seguiti in un reality show e devono usare articoli degli sponsor a secondo dei giorni (molto Truman Show), il pericolo.
Forse è proprio il pericolo nel programma di realtà virtuale la maggiore banalità.
Comunque la vera fonte di ispirazione è "2001: odissea nello spazio".
Interessante il tipo di propulsione dell'astronave.
Comunque mi sembra ci sia materiale per una miniserie più che per una stagione di 13-20 episodi.
Palomino.
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