Mentre scrivevo questa recensione mi è arrivata la notizia che Lino Aldani ci aveva lasciati, di colpo la prospettiva era cambiata, Themoro korik diventava l'ultimo regalo di un grande personaggio della fantascienza italiana.

L'inizio del romanzo ha un vago sapore heinleiniano, con il giovane che incontra l'anziano erudito, persona esperta che lo introduce ai misteri del mondo, ma Aldani segue, come d'abitudine, una sua personalissima strada, differente da tutte le altre.

La città dove inizia il romanzo è Trieste, Alessio Steiner, italianissimo nonostante il nome austricheggiante, è la voce narrante nonché protagonista della storia, mentre Demetrio Gurnich, anche lui italiano, è il mentore che gli offre lavoro.

Ma la semplice sistemazione e schedatura della biblioteca del dottor Gurnich ben presto si trasforma in qualcosa d'altro, una ricerca che inizialmente solleva più di una perplessità nel giovane.

Il datore di lavoro di Steiner vuole scoprire da dove arrivino gli zingari, popolo misterioso che sembra sfidare la storia conservando la propria identità nonostante difficoltà apparentemente insormontabili.

Dapprima dubbioso e scettico sulla teoria di Gurnich, che postula Atlantide come luogo d'origine dei gitani, Steiner si lascia ben presto coinvolgere nella ricerca.

Si lascia coinvolgere troppo nella ricerca, al punto di innamorarsi di Moira, la splendida figlia di un capo zingaro di nome Django, la ragazza dapprima sembra resistere alla sua corte, ma poi cede, ammettendo il proprio amore per l'insistente giovanotto.

Purtroppo la felicità dei due giovani viene minacciata da una sconvolgente rivelazione, Steiner finalmente viene a sapere da dove vengono relamente i gitani, ed è un luogo che gli è precluso, come è precluso a chiunque non abbia appartenga al popolo degli zingari.

I due giovani sembrano destinati a separarsi, in Moira vincerà l'amore o l'appartenenza alla sua gente? 

Aldani ha scritto un'altra opera memorabile, descrivendo in modo toccante il crepuscolo di un popolo sempre più in difficoltà nel mondo moderno, un popolo spesso malvisto e messo in cattiva luce, ma che nonostante tutto riesce a mantenere una sua identità.

Themoro korik è solo per metà un romanzo, due glossari, uno relativo al Sinto Lombardo e l'altro all'Hervatsko Roma, costituiscono una straordinaria aggiunta, il sunto di una ricerca lunga e approfondita, con la quale Aldani ha penetrato il velo di cattiva informazione e diffidenza che avvolge i nomadi, descrivendo la realtà con una sicurezza derivante dalla conoscenza.

E l'immagine dei gitani che Aldani tratteggia è di quelle che rimangono dentro, rifuggendo dall'agiografia come dalla denigrazione l'autore riesce a descrivere il dramma di un popolo stretto tra un passato lontanissimo e un presente incerto, che minaccia il loro modo di vivere, un conflitto riassunto nel dilemma che costringe Moira a una scelta comunque dilaniante.

Leggendo questo romanzo si comprende perché Lino Aldani sia considerato uno dei più grandi scrittori di fantascienza italiani, il suo stile personale e il contesto delle sue storie, a volte talmente famigliare da lasciare sconcertati, hanno indicato una strada, purtroppo poco battuta, che avrebbe potuto condurre a una fantascienza italiana.

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