Per una volta l'istrionico J.J. Abrams ha spostato i riflettori dalla rielaborazione cinematografica di Star Trek, per puntarli su Fringe, promettente serial televisivo inventato e realizzato da Abrams e dai suoi fidati collaboratori Alex Kurtzman e Roberto Orci. La ragione sta nel fatto che il serial inizierà la propria programmazione sulla rete USA Fox il prossimo 9 settembre, e pertanto un po' più di attenzione lo merita. In ragione di questo, il trio ha presenziato a una lunga conferenza stampa a New York, estratti della quale sono pubblicati sul sito specializzato Sci Fi Wire. Nelle dichiarazioni vengono spiegati in dettaglio la filosofia e le tematiche del progetto.

Fringe racconta le vicende dell'agente speciale dell'FBI Olivia Dunham, interpretata dall'attrice australiana Anna Torv, impegnata nelle indagini su un misterioso disastro aereo avvenuto sui cieli di Boston. Le vicende investigative si intrecciano con quelle personali, dato che il compagno di Olivia è rimasto gravemente ferito nel disastro; il disperato tentativo di salvargli la vita porta la donna sulle tracce di Walter Bishop (l'attore John Noble, Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re, Stargate SG-1), brillante scienziato tenuto segregato da oltre 17 anni per via del suo impegno in misteriosi progetti scientifici. Per raggiungere Bishop, Olivia dovrà a sua volta aiutare il figlio scapestrato dello scienziato, interpretato da Joshua Jackson (Vengo a prenderti, Cursed, Ombre dal passato), mentre nel corso delle indagini la donna scoprirà risvolti oscuri e incredibili della ricerca scientifica e della realtà.

Nell'intervista Abrams, Kurtzman e Orci parlano della genesi della serie, che definiscono "gravidanza programmata", e dell'influenza che hanno avuto sul progetto i gusti personali degli autori, da The Twilight ZoneTwin Peaks al cinema di David Cronemberg, negando però una stretta somiglianza con X-Files. Là dove le avventure di Mulder e Sculley sconfinavano a tratti nel soprannaturale, Fringe rimane ancorato alle possibilità della ricerca scientifica di frontiera, spostando l'azione nel futuro non di anni o mesi, ma forse solo di pochi minuti. In tal senso la serie è di fantascienza nel senso classico, cioè basata sull'estrapolazione scientifica il cui spunto lo si può trovare nei trafiletti sui giornali o sul web, nei quali vengono annunciate in sordina scoperte e applicazioni fino a pochi anni fa impensabili (l'ultima dei giorni scorsi riguarda l'applicazione di fonti di energia wireless).

La struttura del serial è estremamente flessibile, per come i suoi autori l'hanno pensata. Il plot narrativo è stato sviluppato per ora in 13 episodi, ma nulla vieta di accorciare o allungare (si spera) il numero di puntate, dato che i tre sanno già da ora perfettamente dove vogliono arrivare. Gli autori ammettono che l'esperienza "confusionaria" di Alias è stata decisiva nella volontà di determinare da subito un punto di arrivo certo delle vicende. Se in Alias si parlava di una ragazza alla scoperta di sé stessa, e in Lost di un gruppo di persone costrette a fare i conti con il proprio passato, in Fringe tutto è centrato su alcune persone estremamente diverse tra loro che però hanno bisogno l'uno degli altri per raggiungere i propri obiettivi. In questo senso la frontiera, la "frangia", è intesa non solo nella ricerca scientifica ma anche nei rapporti personali, e si trova nei demoni che ognuno deve affrontare e sconfiggere necessariamente con l'aiuto degli altri.

La struttura del serial prevede che gli episodi siano indipendenti l'uno dall'altro, contestualizzati però in un arco narrativo che si evolve in modo predefinito. Con ciò gli autori sperano di favorire l'ingresso di nuovi spettatori anche a serial iniziato, esperienza questa determinante per il successo di qualunque serial. Come al solito, fondamentale per tenere desta l'attezione sarà il mix di elementi diversi che caratterizzaranno le storie: thriller, romantico, avventuroso, tecnologico. Oltre ad evitare il difetto di molti serial di questo tipo, cioé di sviscerare troppo la trama nella prima stagione facendo sì che le successive si trascinino un po' stancamente.

Parlando del cast, l'attenzione si è puntata sul ruolo del giovane Jackson, ormai lontano dai lidi adolescenziali di Dawson Creek e imbarcato in una carriera cinematografica promettente. Il suo personaggio è stato definito dagli autori come "la terza gamba del tavolo", apparentemente di poca importanza ma fondamentale per l'equilibrio del tutto. Il figlio dello scienziato Bishop farà da ponte tra lui e Olivia e avrà una costante evoluzione durante la serie.

In ultima analisi Fringe si annuncia come una serie complessa e sfaccettata, di possibile grande impatto ma esposta al rischio di tutte le produzioni targate Abrams, ovvero quello di farsi sommergere dalla disordinata genialità del suo creatore. Se le esperienze del passato hanno davvero insegnato qualcosa, questo rischio potrebbe essere evitato e allora Fringe potrebbe rappresentare una piacevole ventata di aria fresca nel panorama televisivo fantascientifico.