Per Fringe è arrivato ormai il momento di dire addio agli spettatori. La serie tv creata nel 2008 da J.J. Abrams, Alex Kurtzman e Roberto Orci con l'intenzione di dare agli spettatori televisivi un mix di fantascienza ragionata e d'azione, chiuderà definitivamente il sipario al termine della quinta stagione, che partirà il prossimo ventotto settembre sul canale americano della Fox. Finora però non era stata diffusa una timeline dettagliata della messa in onda degli ultimi tredici episodi, così i fan erano rimasti senza la possibilità di programmare le serate per non perdersene neanche uno.

La situazione è cambiata proprio in questi giorni, quando uno degli autori e produttori esecutivi nonché regista di alcuni episodi, J.H. Wyman, ha lasciato sul proprio account Twitter un messaggio breve e chiaro: "The last ep airs 2/1/13". Che tradotto significa che l'ultimo episodio andrà in onda il primo febbraio del prossimo anno, che cade di venerdì. In precedenza Kevin Reilly, uno dei massimi responsabili di Fox, aveva dichiarato che il canto del cigno della serie ci sarebbe stato all'inizio del nuovo anno: "Ci saranno probabilmente delle interruzioni, ma non molte. Solo in occasione delle vacanze. La serie finirà a gennaio". Va detto che finora la Fox non ha confermato la data, ma poiché Wyman ha scritto e diretto proprio il finale, diviso in tre episodi, è probabile che sia piuttosto bene informato.

Per quanto riguarda i contenuti della quinta stagione, si sa che sarà interamente ambientata nell'anno 2036, in cui gli Osservatori avranno il dominio completo sull'umanità. Olivia (Anna Torv) e Peter (Joshua Jackson) si sono sposati e hanno avuto una figlia, Henrietta (comparsa in un piccolo spoiler narrativo gia nella quarta stagione), con cui vivranno alcuni anni prima di essere separati dagli Osservatori. Walter (John Noble) piomba in questo futuro, nel quale la divisione Fringe si occupa ancora dei casi riguardanti i cosiddetti Native Citizens, vale a dire gli umani; ma sono gli Osservatori ad avere il predominio assoluto sulle menti della popolazione, arrivando a cancellare in ciascuno ricordi di avvenimenti a loro non graditi.

Insomma, si preannunciano emozioni e le classiche "girandole di colpi di scena", a cui tutte le produzioni targate Abrams hanno abituato. Salvo poi perdersi nella marea di complicate sottotrame (vedi Alias) o di finali piuttosto forzati e discutibili (qualcuno ha nominato Lost?). Ciò che finora ha differenziato Fringe dagli altri serial è stata la capacità, da parte di autori e produttori, di mantenere una discreta coerenza narrativa, il che potrebbe fare ben sperare sulla qualità della conclusione. Che per una volta potrebbe essere logica e perfino divertente.