Il 30 giugno scorso presso l’Università degli Studi di Bari, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea magistrale in Filologia Moderna–Letterature Comparate, il laureando Silvestro Ferrara ha discusso la tesi Dal sogno all’incubo. L’Europa moderna incontra gli alieni; relatore la prof.ssa Antonia Acciani. Il dott. Silvestro Ferrara, già laureato in lettere con 110 e lode, ha conseguito anche questa seconda laurea con il massimo dei voti.

È la terza volta nel giro di appena un anno che presso l’Università barese si discutono tesi connesse con la fantascienza: delle altre due, una risale al luglio 2007 (Scienze della Formazione, laureanda Rita Convertino, relatore il prof. Daniele Giancane: www.fantascienza.com/magazine/notizie/9654/); l’altra è dell’aprile 2008, Lettere e Filosofia, laureanda Floriana Nuovo, relatore il prof. Ferdinando Pappalardo. A quanto ne sappiamo se ne prepara a breve una quarta.

La tesi Dal sogno all’incubo. L’Europa moderna incontra gli alieni di Silvestro Ferrara riveste un interesse particolare. L’autore, che non aveva in precedenza avuto contatti con la narrativa di fantascienza ma che da sempre s’interessa alla cultura pop, dichiara d’aver voluto presentare una tesi “insolita”. Incuriosito, appunto, dalla fantascienza, ha individuato nell’alieno una figura di particolare pregnanza, perché fortemente rappresentativo della “diversità”. Un tema, quindi, che si apre più che mai alla attualità, anche se paradossalmente di alieni nella fantascienza (scritta e filmata) si parla sempre meno. Di alieni è satura l’intera fantascienza e perfino la protofantascienza, da Luciano di Samosata ai romanzi utopistici del Sette/Ottocento: ma – ed è la ricerca/domanda che si è proposto Ferrara – da quale momento in poi questa figura assume connotazioni negative, cioè viene visto come il nemico assoluto?

In tutti i romanzi di protofantascienza le civiltà extraterrestri erano osservate in chiave utopistica o antiutopistica, ovvero come immagini perfette o distorte della nostra civiltà. Allo scrittore premeva il discorso filosofico o satirico sul nostro mondo; gli stessi alieni apparivano marionette, di fattura e pensieri più o meno insoliti o simpatici o grotteschi, attori su un lontano, ideale palcoscenico. C’è quindi stato un momento di passaggio in cui, quasi inavvertitamente, il senso di questa figura è slittato venendo a rappresentare qualcosa di totalmente negativo e che ci tocca molto da vicino. Quando è accaduto e perché?          

Come si può immaginare, l’interrogativo ha portato Ferrara a uno studio approfondito di testi del passato, non solo narrativi ma anche di religione, di scoperte geografiche (i primi veri “alieni” dell’immaginario furono i nativi di terre lontane e ancora selvagge), di astronomi, di filosofi. Ed è alla fine dell’Ottocento che si verifica il “salto”. Già dal 1871 erano molto in voga romanzi inglesi, francesi, tedeschi, di immaginarie “guerre  future” ispirate alle incandescenti situazioni politiche che sarebbero poi sfociate nel primo conflitto mondiale. Inoltre avevano suscitato un grande dibattito le idee evolutive di Darwin; e la scoperta di fantomatici Canali sul pianeta Marte aveva portato alla convinzione che esistessero Marziani molto più evoluti di noi. A questo punto ci fu chi ebbe l’intuizione: l’orrore assoluto sarebbe stata la distruzione della nostra intera civiltà (guerra) ad opera di alieni molto più avanti di noi nella scala evolutiva, “quindi” nel progresso tecnico (Marziani). Ma questi ultimi non avrebbero raffigurato, narrativamente, solo il nemico totale: avrebbero racchiuso altri significati, se è vero che il male alberga anzitutto in noi stessi.

La tesi Dal sogno all’incubo. L’Europa moderna incontra gli alieni si presenta, altro dato inconsueto, come un normale libro. Articolato in tre capitoli, analizza una messe di titoli anche rarissimi e praticamente sconosciuti, oltre a rivelarsi una lettura illuminante e ricca d’interesse. Al neo-fantalaureato i nostri complimenti.