Con un battito di ciglia emetto il comando di refresh, e tolgo il menu in cascata dalla retina per godere appieno della visione che la Rete offre direttamente sulla mia pupilla; sembra che lì sopra il dettaglio esasperato dei pixel risalti pienamente: vedo il mondo esterno attraverso il filtro dalla pagina WEB che stavo cercando.

Questo può essere, più o meno, un passo cyberpunk; è stato scritto da me sulla falsariga di ciò che avrete letto sicuramente innumerevoli volte nei vari romanzi di William Gibson, Bruce Sterling, Rudy Rucker, Lewis Shiner e tanti altri. Ma è anche un brano che vuole introdurre – ancora una volta – la realtà prossima futura.

Nei fatti, all’Università di Washington si sta lavorando su un prototipo di lente a contatto che è in grado di visualizzare delle righe (poche) provenienti direttamente - per trasmissione radio - da un telefono cellulare; su quelle righe può comparire il nome e il numero del chiamante, più una manciata di altre informazioni di servizio. La tecnica è, ripeto, sperimentale, ed è comunque altamente possibile che in un futuro prossimo si possano sostituire a quelle poche righe di testo una visione dinamica complessa, quali pagine WEB ma anche foto, filmati, animazioni in CGI e quant’altro.

Piccoli passi nel futuro, questi. Che sanno di iperrealismo, in cui immergersi completamente (niente male se proviamo a considerare che la realtà non esiste, vero?).