A questa domanda risponde la scrittrice Maggie Gee con il romanzo Il pianeta di ghiaccio

(The Ice People, 1998). Infatti con questo romanzo ipotizza l’arrivo di una imprevista glaciazione che in pochi decenni trasforma la Terra in maniera sostanziale e descrive il modo di vivere dei suoi abitanti nell’anno 2050.

La scrittrice è inglese ed è nata nel 1948 a Poole nel Dorset. E’ laureata in letteratura Inglese e prima di diventare scrittrice ha lavorato come editor. Il suo esordio avviene nel 1981 con il romanzo Dying, in Other Words che racconta di una donna morta che riscrive la storia della sua morte.

In Inghilterra è molto celebre, è stata nominata per l’Orange Prize for Fiction ed è stata la prima donna a presiedere la Royal Society of Literature.

Ha scritto undici romanzi, e pur non essendo una scrittrice di “fantascienza” ne interessata al genere “catastrofico” due suoi lavori possono a pieno titolo essere inserito in questo genere. Con il romanzo Il diluvio (Spartaco, 2005) descrive la situazione (che ricorda un

Maggie Gee
Maggie Gee
poco il famoso Deserto d’acqua di Ballard) della Terra oppressa da una pioggia incessante che dura da mesi: la popolazione è in ginocchio, i poveri sono rinchiusi in lugubri torri altissime, mentre i ricchi in appartamenti situati su colline verdeggianti. Nelle vie profeti di sciagure, manifestanti contro una guerra senza fine e altre delizie del genere.

Con Il pianeta di ghiaccio invece descrive una situazione ugualmente catastrofico per l’arrivo di una glaciazione e seguiremo il dramma di molti che per sopravvivere devono effettuare una migrazione al contrario: recarsi negli ancora relativamente caldi paesi africani.

La quarta di copertina: Anno 2050. Il potere è in mano alle donne e gran parte del pianeta è coperto da una coltre di ghiaccio. Saul e la sua famiglia sono costretti a migrare verso sud, verso l’Africa, come milioni di europei. E’ la fine della civiltà occidentale?

Una vera e propria utopia al contrario. Un romanzo potente, apocalittico, introspettivo. Uno sguardo acuto e profondo, quasi antropologico, che chiama in causa i radicali cambiamenti climatici del pianeta, le migrazioni di massa, le discriminazioni razziali, il conflitto tra i sessi, lo sfaldamento della famiglia, lo sviluppo tecnologico incontrollabile, e che ci mette sotto gli occhi ciò che più temiamo: la fine della civiltà.

Pianeta di ghiaccio di Maggie Gee (The Ice People, 1998), Traduzione di Giovanni Giri, Barbera Editore, collana Radio Londra, pag. 270, euro 15,90.