Delos 31: Sceneggiati fantastici italiani di Enrico Barbierato

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Chi è nato tra la fine degli Anni Cinquanta e gli inizi degli Anni Sessanta sicuramente ricorderà sceneggiati come Il segno del comando o A come Andromeda, che incollavano allo schermo milioni di italiani. Molte di queste produzioni erano completamente o in parte di argomento fantastico o fantascientifico. Ricordi sfumati, che tendono a perdersi negli abissi del tempo, visto che raramente, e nel caso a orari impossibili, questi sceneggiati vengono replicati. Se siete fra coloro che hanno questi ricordi, cercheremo qui di offrirvi la possibilità di metterli un po' più a fuoco.

La replica estiva di uno sceneggiato italiano di SF, su un canale nazionale, potrebbe aver destato una nota di interesse nell'ambito degli appassionati. E' bene precisare che la RAI, tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70, ebbe l'ardire di proporre al pubblico alcuni sceneggiati con tema ed ambientazione cari alla fantascienza. Niente di esagerato, naturalmente: una sola idea, semplice e diretta da capire ed affiancata da una sottotrama che strizzava l'occhio, generalmente, al genere thriller/spy story. Primo esempio di commistione dei generi (giallo + SF)? Forse, o più semplicemente la convinzione che per lo spettatore, l'idea della fantascienza sarebbe stata inaccettabile senza un richiamo più forte. Ne è la prova l'incredibile entusiasmo che scatenò lo sceneggiato Il segno del comando, che nulla aveva a che fare con la SF, ma conteneva una storia horror ben definita, in una Roma notturna ed insolita.

Il resto è storia: con l'avvento di Star wars, il concetto di fantascienza fu reinventato (o storpiato per sempre, a seconda dei gusti) nell'immaginario collettivo: la parola d'ordine divenne effetti speciali, il che, nella guerra dell'audience, significa la morte di qualsiasi tentativo di una produzione indipendente.

Questo breve articolo cerca di riportare alla memoria, in qualche modo, alcuni degli sceneggiati italiani fantastici apparsi nel piccolo schermo, nella speranza di fare cosa gradita agli appassionati.

Per correttezza verso il lettore, va detto che quanto segue fa riferimento alla memoria del sottoscritto che, per quanto buona, non è infallibile. Chiedo scusa in anticipo per gli errori.

IL SEGNO DEL COMANDO

RAI1/TV Svizzera, 1972

Ugo Pagliai (noto attore teatrale) impersona la figura di uno studioso di Byron. In visita a Roma per una conferenza sul celebre scrittore inglese, si imbatte in alcuni fatti apparentemente inspiegabili e incontra una donna misteriosa (Carla Gravina), che si rivela ben presto essere uno spettro.

Il segno del comando rappresenta l'apice della produzione italiana, vuoi per l'originalità della sceneggiatura, vuoi per l'impatto che ebbe sui telespettatori dell'epoca. Assai gradevole il tema conduttore, cantato da Lando Fiorini. Autore della storia è il noto scrittore Giuseppe D'Agata (autore anche del soggetto de Il medico della mutua).

In tempi più recenti, fu girato un remake dalle pretese ridicole (produzione Mediaset), con Michael Powell nel ruolo del protagonista.

Il romanzo Il segno del comando è attualmente disponibile in un' edizione economica Newton (collana superTEN-I contemporanei, Lire 2.000) ed è di piacevole lettura.

Atmosfere simili, e interprete sempre Ugo Pagliai, per La baronessa di Carini.

A COME ANDROMEDA

RAI, 1972

Forse il migliore sceneggiato di SF mai prodotto dalla RAI. Il compianto Luigi Vannucchi interpreta il matematico Fleming, che riceve un misterioso messaggio dalla galassia di Andromeda inerente la costruzione di un supercalcolatore.

Ciò che colpì maggiormente il pubblico italiano, a parte una recitazione più che dignitosa, fu la verosimiglianza della storia, che tutto sommato, pur trattando di un tema come quello dell'informatica, resta credibile ancora oggi. Ambientato, come dicono i titoli, "in Inghilterra, l'anno prossimo", è pervaso da un'atmosfera di malinconia e di rinuncia (gli alieni sono visti come qualcosa di lontano, di inesplicabile), A come Andromeda fu tratto dall'omonimo romanzo di sir Fred Hoyle e John Elliot (ne scrissero un seguito, a detta di molti scadente) e consacrò definitivamente l'attrice Paola Pitagora (interpretava il personaggio di Lucia ne I Promessi sposi). Nella parte di Andromeda, la ragazza creata dal computer, Nicoletta Rizzi.

Luigi Vannucchi non ha bisogno di presentazioni. Attore televisivo (Il cappello del prete), cinematografico (La tenda rossa) e teatrale, era anche un appassionato di SF; numerose le sue apparizioni nelle convention italiane dell'epoca. Particolari curiosi: lo scrittore italiano Inisero Cremaschi, autore della sceneggiatura, ebbe una parte nello sceneggiato, mentre il nome dell'organizzazione (criminale) interessata ai piani del supercomputer è chiamata INTEL.

Negli stessi anni anche la BBC realizzò uno sceneggiato tratto dallo stesso romanzo, che non arrivò mai in Italia.

E.S.P.

RAI1, 1973

Paolo Stoppa, noto autore teatrale nonché di cinema (da ricordare, come minimo, i ruoli in Amici miei e in Siamo uomini o caporali?, a fianco di Totò) impersona il ruolo del sensitivo olandese Croiset, un personaggio realmente esistito, che non piegava le forchette come Uri Geller, ma vedeva e prevedeva il futuro. E' al centro di una oscura vicenda.

SPAZIO:1999

RAI/ITC 1973-1975

Di Spazio:1999 si è già parlato in un numero precedente di Delos (nello speciale nel numero 16), quindi non mi dilungherò oltre. Curiosamente, nel 1973 la RAI si impegnò a sostenere la produzione di un serial di SF inglese, l'ultimo creato dal dinamico duo Gerry e Sylvia Anderson ed assolutamente all'avanguardia per l'epoca. Tuttavia, la presenza italiana nel casting fu assai ridotta e di scarso rilievo: Giancarlo Prete (The troubled spirit), Gianni Garko (Death's other domain), Carla Romani (The space brain) e Orso Maria Guerrini (The testament of Arkadia).

GAMMA

RAI2, 1976

Un pilota collaudatore ha un incidente spaventoso. Nell'urto riporta una commozione cerebrale gravissima, i medici disperano di salvarlo; in via del tutto sperimentale, gli viene trapiantato un nuovo cervello, prelevato da una banca degli organi. L'operazione riesce, il paziente viene rieducato, ma per motivi inspiegabili, egli commette un omicidio; riconosciuto colpevole, viene condannato a morte. Curiosamente, il protagonista è cosciente di avere compiuto il delitto, ma con il cervello (e forse, con ricordi, una personalità che non gli appartengono) di un altro.

Ben recitato e condotto, ma sfiora appena il delicato tema del trapianto degli organi. Celebre il motivo conduttore di Enrico Simonetti (un altro Simonetti, il figlio, militerà a lungo nei Goblin, complesso di una certa notorietà per aver composto alcune colonne sonore dei film di Dario Argento).

LA TRACCIA VERDE

RAI1, 1976

Nonostante le similarità con un romanzo di Gilda Musa (Giungla domestica), la vicenda ha uno spunto originale: un delitto apparentemente perfetto è svelato grazie all'uso di sofisticate apparecchiature che registrano lo shock di una pianta, unica testimone del delitto. Avveniristico ma non troppo e forse più giallo che fantascienza.

RITRATTO DI DONNA VELATA

RAI1, 1975

Un intraprendente Nino Castelnuovo perde la testa per la misteriosa Daria Nicolodi, tra le balze di Volterra ed i misteri della civiltà etrusca. Mal glie ne incoglie, perché ella è condannata a reincarnarsi nel corso dei secoli per interpretare una tragica storia.

Avvincente, horror e dotato di alcuni momenti di autentica suspence. Daria Nicolodi è stata per alcuni anni la compagna di Dario Argento e di lei si ricordano numerose apparizioni televisive (una per tutte, Saturnino Farandola, a fianco di Mariano Rigillo). Nino Castelnuovo conobbe un momento di grande popolarità (anche per alcuni spot pubblicitari), ma resta un attore di cinema.

IL FAUNO DI MARMO

RAI2, 1977

Rivistazione in 4 puntate, del celebre romanzo di Hawthorne, con Orso Maria Guerrini. Mediocre tentativo di ricreare l'atmosfera gotica del celebre scrittore.

GLI UOMINI IN NERO

RAI1, 1977

Esempio di "SF all'italiana", vede Vittorio Mezzogiorno (raggiunse la notorietà televisiva con La piovra, forse troppo tardi, visto che godeva di ottima reputazione nel mondo del celluloide, a cominciare da Mubaratha) nel ruolo di un poliziotto americano, convinto di avere visto un UFO. Nessuno gli crede e strani 'uomini in nero' mettono tutto a tacere, alimentando il clima paranoico della congiura del silenzio, così caro agli americani. Confuso e frammentario, probabilmente troppo vicino a Incontri ravvicinati del terzo tipo. Il tema degli "uomini in nero" è ricorrente quando si parla di UFO, e passando attraverso Martin Mystere, X-Files e i fumetti della Marvel arrivato anche al cinema con film omonimo interpretato da Will Smith e Tommy Lee Jones.

I MINORI

Da non dimenticare, una miniserie prodotta da RAI2 nel 1981, che proponeva alcuni cortometraggi in genere di buona fattura. Tra gli eletti, un racconto di Matheson, interpretato dallo scomparso Luigi Pistilli (di nuovo, un attore teatrale), Impostore (buon adattamento dell'omonimo racconto di P.K.Dick) e Il piatto della casa, adattamento dell'eccellente racconto La specialit della casa di Stanley Ellin, con un eccellente recitazione di Vittorio Caprioli (attore di teatro e cinema, con un repertorio vastissimo alle spalle, da Zazie dans le metro, di L. Malle alla commedia italiana di Buonanotte avvocato, a fianco di A. Sordi)

Un cenno a parte merita una serie di telefilm (sketch?) ideata da Blasetti (sempre su RAI2, 1978-1980).

Un omaggio fin troppo insistente alla SF sociologica (o comunque anni '50-'60) e ghiotta occasione per vedere Paolo Poli in La crisalide, e Giuseppe Pambieri in un altro racconto entrambi a firma di Ray Bradbury e Nanni Loy in Primo contatto di Murray Leinster. E ancora: Robert Sheckley (La decima vittima) e William Tenn (Il ritratto di Morniel Mathaway). Pochi mezzi e risultati discontinui, il tutto sospeso tra la caricatura (della SF, è ovvio) e recitazione approssimativa.

Così si conclude questo breve ritratto. Una specie di "come eravamo" se volete, con un certo interesse da parte di chi ha superato la boa dei trent'anni; per gli altri, nutriti a pappette a base di Star Trek, è un altro discorso!

Si ringraziano per le collaborazioni e le annotazioni gli abitanti della mailing list "Fantascienza", e in particolare: Fabio Tassi, Umberto Rossi, Vittorio Curtoni, Maurizio Munafò, Maria Concetta De Vivo, Milena Debenedetti, Maurizio Carità. Le fotografie sono fotogrammi tratti da A come Andromeda, tranne la penultima, da La traccia verde.