Vin Diesel, già fantascientifico eroe tutto muscoli Riddick, non ce l’ha fatta a mantenere per la seconda settimana il primo posto della classifica dei film più visti oltreoceano. La sua nuova commedia d’azione The Pacifier ha infatti dovuto cedere la corona a Robots, nuovo cartone digitale diretto da Chris Wedge e Carlos Saldanha (L’era glaciale), che ha incassato nel suo primo week end nelle sale circa 36 milioni di dollari. A sua volta Robots, nel seguente week end, è sceso al secondo posto, soppiantato in vetta alla classifica dall’orrorissimo Ring 2, che ha intascato 36M$.

Al centro della vicenda di Robots c’è Rodney (a cui presta la voce Ewan McGregor), un piccolo robot inventore che lavora in un ristorante insieme al padre (una lavastoviglie) ma che vorrebbe allargare i suoi orizzonti. Non senza qualche titubanza decide di partire per Robot City con l’intento di rintracciare e conoscere il suo mito, l’inventore Bigweld (che ha la voce di Mel Brooks). In Italia il film uscirà il 25 marzo e a far parlare in italiano il protagonista del film ci penserà il “talento” (ehm... si fa per dire) vocale di DJ Francesco.

Il film ha ottenuto recensioni benevole ma non certo entusiastiche, risultando certamente migliore del deludente Shark Tale ma di gran lunga inferiore a Gli incredibili. J. Siegel del programma Good morning America della ABC ne ha lodato il look e l’ottima performance vocale del sempre grande Robin Williams (che doppia il personaggio di Fender), ma ha anche sottolineato la debolezza della trama, “non c’è una storia. Questo significa che Robots non ha niente dell’impatto emozionale che ha reso Gli incredibili così incredibili e che ha suscitato in così tanti di noi la voglia di trovare Nemo.” Anche A. Scott sul New York Times ha riconosciuto i meriti visivi del film ma, a suo avviso, il risultato finale si riduce ad un “imbarazzato tentativo di trasformare il tema intrinsecamente spaventoso della paura degli automi in un qualcosa carino e che scalda il cuore.” J. Bernard sul New York Daily News nota che il film riesce a sorprendere visivamente, soprattutto se visto su un enorme schermo Imax, ma aggiunge che per essere un film che si schiera a sostegno della libertà creativa contro la grigia ingordigia delle mega corporazioni “Robots spesso sa di calcolato e massificato.”

Concorda J. Stuart di Newsday che scrive che “gli animatori se la sono spassata un mondo a creare questo colorato e arrotondato mondo robotico, ma l’ingegno si ferma qui. Lo script è infatti in gran parte composto da materiale riciclato.” Il che per qualcuno non è di per se niente di imperdonabile, scrive infatti S. Hunter, il critico del Washington Post, che sebbene “la storia fallisca ad ingranare su un qualsiasi altro livello che non sia quello cinetico” diverse sequenze sfoggiano una meravigliosa genialità e aggiunge che “la destrezza fine a se stessa è pur sempre destrezza.” Per dirla in altre parole, quelle di R. Ebert del Chicago Sun Times, “questo è un film che è una gioia da vedere, basta non pensare di cosa tratta.”

Tutto sommato comunque non hanno di che lamentarsi alla 20th Century Fox, che distribuisce il film, visto che in due settimane il film ha già incassato 67M$, relegando nelle retrovie della classifica i nuovi film di star come John Travolta (Be cool) e Bruce Willis (Hostage). Infatti il produttore William Joyce ha già annunciato un seguito, prendendo atto delle critiche (ma dovevamo introdurre i personaggi, ha spiegato) e promettendo miglioramenti.

Il risultato più deludente delle recenti uscite ha riguardato tuttavia il ritorno nelle sale dell’horror evangelico di Mel Gibson La passione di Cristo, che lo scorso anno incassò cifre bibliche. Criticato da moltissime parti per l’ostentata e debordante violenza della messa in scena il buon Mel ha recitato un bel mea culpa riparatore, ha messo mano alle forbici e ha rispedito in oltre mille cinema il suo film redentore, tagliando le scene più truculente e riducendo drasticamente lo spargimento di sangue. L’intento dichiarato era quello di esortare le famiglie a portare anche i loro pargoletti più piccoli a vedere o rivedere la “buona novella” ma nonostante il clima prepasquale pare che l’operazione non sia andata a buon fine e le sale sono rimaste miseramente vuote, come uova di cioccolata senza neanche una sorpresina dentro.