Il n° 30 di Amazing Spider Man (L'Uomo Ragno n° 63 da noi), oltre che vantare una recensione (estremamente positiva) nella prestigiosa rivista Entertainment Weekly, fatto di per sè straordinario per una storia a fumetti, è il numero di debutto del nuovo sceneggiatore regolare J. Michael Straczynski già noto nel mondo della televisione per l'acclamata serie Babylon 5 e dei comics stessi vedi Rising Stars e Midnight Nation.

I cambiamenti non si sono fatti aspettare, molti i tagli apportati al cast: redazione del Bugle, 90% dei vecchi e datati villain - cambio radicale della scenografia: nuova casa, nuovo ambiente di lavoro, poi new entries come professori e studenti del vecchio liceo in cui Peter è professore di scienze, creature mitologiche, simboli totemici ed il ritorno di ...

L'azione si sviluppa in orizzontale quasi a voler essere un virtuale numero 1 come tutti i grandi esordi: un nuovo punto di vista, un nuovo mondo narrativo vede la luce; sì, perché col n° 50 (in edicola da noi col n° 98) della serie è possibile tracciare un primo bilancio della gestione di JMS e, tra luci ed ombre (lo scontro per "coincidenza" con i due Octopus sta attaccato con lo sputo, non si beve!), l'obiettivo di ridefinire il più importante personaggio Marvel è stato brillantemente raggiunto.

Da subito il tratto di un John Romita Jr in grande forma annuncia qualcosa di diverso dalla solita (e barbosa) scazzottata di buffi soggetti avvolti da fogge bizarre.

Adesso i nemici di Spidey sono intimamente collegati alla fonte dei suoi poteri, vogliono davvero la sua morte (non sconfitta, morte!) non per il malloppo o semplicemente per affermare la loro superiorità, ma perché insito nella propria natura, loro unico fine.

JMS, dal canto suo, sembra ritagliarsi una parte importante nel corpo stesso della narrazione, quella di Ezequiel - "Sono state le radiazioni (...) o il ragno stava cercando di passarti i suoi poteri prima che le radiazioni lo uccidessero? Non sai ... è un buon inizio per stasera." - enigmatica figura in possesso degli stessi poteri di Peter Parker ed addirittura della sua identità segreta, catapultandolo in un nuovo gioco che scombina lo sfondo-territorio (non più legato esclusivamente a Manhattan - Daily Bugle) e le regole del precedente: l'identità segreta, il connubio attività supereoe-fotografo professionista di se stesso, il senso di colpa per la morte dello zio Ben.

I superproblemi, fulcro costante delle storie, assumono una valenza inedita, originati tanto dalla scoperta della realtà esterna e dalla presa di coscienza come nell'Amazing di Stan Lee e Steve Ditko quanto dai riti dolorosi della crescita come narrato da J.M. DeMatteis. Per fronteggiarli, stavolta, Spider Man/Peter Parker dovrà essere disposto, come del resto i suoi lettori iniziali che veleggiano intorno ai 35/40, ad un deciso salto di qualità.