Alcatraz è una scommessa vinta per la Fox: arrivata al quinto episodio con un rating saldamente ancorato sui 2,3-2,4 punti nella fascia dei 19-49 (che per la Fox sono ottimi) e circa sette milioni di spettatori, salvo improbabili tracolli, la serie è destinata a un fortunato rinnovo.

Momento dei più propizi per Entertainment Weekly, che ha incontrato uno degli showrunner, come vengono definiti i produttori esecutivi che gestiscono anche lo sviluppo narrativo di un telefilm. Ma Daniel Pyne non è solo uno sceneggiatore, è anche uno scrittore che proprio in questi giorni ha presentato il suo secondo romanzo, A hole on the ground owned by a liar, occasione durante la quale è stato intervistato sul suo lavoro nella neonata serie prodotta da JJ Abrams.

"Alcatraz è un telefilm che ha come ottimo ago della bilancia tutta la parte del carcere (ambientata negli anni Sessanta), che funziona come un racconto breve all'interno di una storia più grande." Ma la vita ad Alcatraz prima della misteriosa sparizione-riapparizione non è solo un riempitivo: "Vogliamo legare la mitologia alla storia, non si tratta di pezzi disposti casualmente. Se vedi un pezzo di mitologia puoi aspettarti che ci sia collegata molta altra storia, non domande destinate a rimanere in sospeso per sempre".

Inoltre, se da una parte hai una storia che va costruendosi, dall'altra hai una struttura che caratterizza la serie: "Ma abbiamo costruito la spina dorsale del telefilm sul dare la caccia ai cattivi. In questo senso, non è tanto un classico procedural, ma un telefilm di inseguimento dei cattivi in fuga".

Non dobbiamo però aspettarci che la formula rimanga sempre invariata: "Ci saranno alcuni episodi che saranno quanto di più diverso da quello che il pubblico ha visto finora. E arriveranno in fretta. Mescoleremo un po' le carte. Non vogliamo che sia solo oh c'è un cattivo, sta commettendo dei crimini, prendiamolo". E quanto alla possibilità di vedere raccontati anche gli anni tra il 1963 e il 2012, magari parlando del personaggio di Hauser (Sam Neill), "è qualcosa di cui non posso parlare, per ora il nostro piano è saltare tra il 1963 e il 2012".

Cosa possiamo aspettarci per il futuro quindi? "Vogliamo svelare più dettagli su quello che sta succedendo e quello che è successo nel 1963. Approfondiremo la nostra conoscenza dei personaggi e i loro legami con l'isola (quella di Alcatraz, non quell'altra isola che tende a scomparire). Mentre andiamo avanti un personaggio minore che magari hai visto brevemente in un flashback acquisirà importanza nella storia, mentre personaggi con cui abbiamo già avuto a che fare avranno informazioni da rivelare o si collegheranno più avanti con i nostri protagonisti."

E poi, per il gran finale di stagione: "Il piano è di rispondere ad alcune delle domande, ma nel contempo gettare la basi per quelle che porteranno alla stagione due".

Ora la domanda più pressante è: la Fox vorrà creare un'accoppiata Fringe - Alcatraz, oppure i miseri 1,2 punti/tre milioni di spettatori della serie sui mondi paralleli sembreranno improvvisamente poca cosa rispetto ai risultati della nuova arrivata? Basteranno gli ipotetici tagli nel costo dei diritti della Warner? O Rebecca prenderà il posto di Olivia?

Forse la risposta si nasconde nei sotterranei di Alcatraz, magari quella del mondo parallelo.