ScifiNow pubblica un'intervista a Daniel Pyne e Jennifer Johnson, gli showrunner di Alcatraz una serie che, come ormai saprete tutti, non è riuscita a farsi confermare per una seconda stagione dalla Fox, lasciando praticamente tutti i misteri praticamente irrisolti. Questo malgrado la presenza di JJ Abrams (qualcuno potrebbe malignare proprio per la sua presenza, vista l'impostazione).

Cosa avremmo visto nella stagione 2? Su questo vertevano, ovviamente, le domande fatte alla coppia di autori/produttori della serie.

O meglio: come sarebbe la futura stagione numero due, dato che c'è sempre la (improbabile) possibilità che un'altra rete decida di riprendere la serie.

Struttura generale

La struttura degli episodi sarebbe simile a quella della prima stagione per poter dare spazio sia alle storie personali che ai flashback del 1963 e in modo da mostrare ancora la fase delle indagini in cui gli scomparsi vengono trovati ai nostri giorni. Però, man mano che il loro numero aumenta, iniziano ad aumentare anche i rapporti tra loro, e spesso si tratta di contrasti che il tempo non ha avuto la possibilità di sanare. Le storie passerebbero dal mostrare gli eventi del passato e i misteri sepolti, al farci vedere i personaggi alle prese col presente e i rapporti con gli altri. I conflitti intercorsi tra loro che si ripercuotono sul presente.

Qualcosa del genere è stato fatto già negli episodi 12 e 13 della prima stagione, quando è stato approfondito il personaggio di Tommy Madsen e gli altri personaggi che sono giunti nel presente da un po' di tempo. I personaggi iniziano a scambiarsi informazioni tra loro e a nascondersi di meno. L'attenzione passa al "Perché sono qui? Cosa succede dietro le quinte?", che sono anche domande che aprono nuovi scenari.

Altri cambiamenti

I prigionieri provenienti del passato che sono ancora in libertà hanno avuto più tempo per integrarsi col presente e le loro storie personali si sono intrecciate. A differenza di personaggi come Cobb, che si era limitato a sparare alla gente senza preoccuparsi molto del nuovo mondo in cui si ritrovava, adesso hanno delle fidanzate oppure hanno riallacciato i rapporti con i parenti ancora in vita. Diventano così anche più difficili da prendere. Soprattutto perché non si tratta più solo di San Francisco, che sembrava fino a ora l'unico luogo in cui i carcerati del 1963 erano riapparsi. Non è più così.

Inoltre Lucy Banerjee (Lucy Sangupta) diventa un personaggio più rilevante per la serie, un personaggio centrale.

Solo dettagli sulle impostazioni quindi, per i misteri, quelli veri della serie, bisognerà aspettare un'altra occasione quindi.