Venerdì 21 gennaio si avvicina e con lui l'attesa dei rating di Fringe nella famigerata death slot. Mentre già possiamo immaginare il necrologio (immaginario) che Tvbythenumbers riuscirà a scrivere, ecco arrivare le opinioni molto interessate, ma anche affidabili, sul futuro del telefilm.

L'occasione è stata la conferenza stampa della Fox per il lancio della nuova programmazione e va dato merito ad Abrams di aver voluto presenziare anche se da tempo ha lasciato il timone di Fringe al duo Pinkner/Wyman, cosa mai accaduta con Lost e la ABC.

In quel contesto, è intervenuto prima il presidente della Fox, Kevin Reilly, il quale ci ha tenuto a precisare: "Non scrivete l'elogio funebre di Fringe prematuramente. Se lo zoccolo duro dei fan si presenterà il venerdì, potremmo andare avanti per anni". Reilly ha inoltre detto di avere accettato che il telefilm abbia finito col diventare più decisamente seriale e forse più di nicchia, perché: "A- il pubblico di Fringe è il pubblico di Fringe e B- il telefilm funziona meglio in questo modo".

È venuto poi il momento di Abrams, che interrogato sulla struttura del telefilm, ha risposto: "Quello che ho sempre cercato di trovare e imparare in tv è l'equilibrio. Raccontare una storia e far sì che il pubblico casuale veda un episodio che sia autoconclusivo. Ma il cuore di tutto, quello per cui vivo, sono i  lunghi archi narrativi. Puoi chiamarli mitologia, storia, come preferisci. Però, a meno che non si tratti di un poliziesco, è difficile creare un telefilm in cui non scavi a fondo nei personaggi: perché sono qui, da dove vengono, quali sono i loro demoni e come possono esorcizzarli. Innamorarsi, subire una delusione amorosa. Tutto questo rende una storia interessante".

Per Fringe, si trattava di essere onesti con se stessi: "A un certo punto noi, e quando dico noi intendo Pinkner e Wyman, abbiamo capito che se non avessimo abbracciato la verità sul telefilm, avremmo fallito. È la storia di una donna che ha subito degli esperimenti quando era piccola; di un uomo che potrebbe non venire da questo mondo; di un padre che nasconde incredibili segreti, inclusi quelli che vengono da un altro mondo; e ci sono le altre cose di cui abbiamo parlato quando creavamo questo telefilm". Motivo per cui, meglio essere onesti: "Se dobbiamo fallire, dobbiamo farlo nel modo più assolutamente strano, cattivo, interessante e sofisticato possibile".

E per finire, le dichiarazioni di Reilly sullo spostamento di Fringe, implicano anche una maggiore libertà d'azione? "Lo sarebbe, se non ci avessero spostato al venerdì. Io sono molto grato alla Fox, stiamo realizzando Alcatraz con loro, ma non voglio che il nuovo telefilm abbia avuto una slot perché Fringe l'ha lasciata. Il mio obiettivo è che i due telefilm convivano serenamente. Fringe merita di andare oltre la stagione tre e il lavoro svolto da tutte le persone coinvolte lo dimostra."

Non resta che aspettare il 21, per scoprire se il pubblico tornerà a seguire i due mondi di Fringe.