Charles Stross, quarantaquattrenne di Leeds, è ormai autore noto e affermato a livello mondiale. È un personaggio pieno di duttilità, che lo ha portato a cimentarsi, prima di diventare scrittore a tempo pieno, nell'attività di programmatore, giornalista freelance e persino farmacista (è laureato in informatica e farmacia). La fantascienza hard e la space opera costituiscono il suo terreno preferito, e il successo di romanzi come Accelerando, Glasshouse e Universo distorto ne è piena testimonianza. Pochi mesi orsono è uscita negli USA la sua ultima fatica, Saturn's Children, per la quale l'autore si è ispirato ad alcuni maestri della space opera, quali Robert Heinlein e Isaac Asimov.

Il romanzo è ambientato in un futuro in cui la razza umana si è estinta, e i robot creati dagli uomini hanno popolato il sistema solare. Come qualunque libro di Stross che si rispetti, anche questo è letteralmente inondato di idee, riguardanti soprattutto la descrizione di un'intera società robotica, con i suoi usi e costumi.

E quella (migliore) dell'edizione inglese
E quella (migliore) dell'edizione inglese
Stando però ai primi commenti, sembrerebbe che Stross abbia in parte cambiato il suo stile di scrittura, rendendolo in alcuni punti addirittura poetico.

La particolarità delle ambientazioni e dei personaggi, tutti non umani, potrebbe creare qualche disorientamento nei lettori. Ma il fascino della lettura, le questioni affrontate quali ad esempio la libertà e la schiavitù possono rendere il libro appetibile su più piani di lettura. E poi si tratta sempre di Stross, e ogni suo libro ormai è un'avventura, nei meandri dello spazio, della mente e oltre.