Da dove partire per parlare di un libro atipico come Trappole in Libertà?

Comincerò dal principio, ovviamente, e in principio c’è la bella copertina di Giuseppe Festino, che riesce a catturare lo spirito dell’opera e dove si vede una gigantesca trappola per topi che ha catturato un poveraccio in giacca e cravatta.

L’incauto si è lasciato attrarre dal giornale usato come esca, il quotidiano di Piacenza “Libertà”, non immaginando che all’interno si trovasse una trappola pronta a scattare.

Trappole in Libertà è composto da una scelta dei migliori articoli, da due racconti e da un epigramma scritti da Vittorio Curtoni dal 2002 in poi per il giornale piacentino.

Davvero difficile classificare un’opera di questo genere, ho messo fantascienza prima di tutto perché non sapevo proprio come etichettarlo e poi perché ci sono due racconti di fantascienza classica, le indagini del duro fantainvestigatore Giuseppe Busecca, casi intricati e pericolosi, con tanto di alieni, tricicli atomici, viaggio nel tempo e selle antigravità che reggono il povero Ranuccio Farnese, privato del suo sostegno equino.

Preziosi spunti fantascientifici non mancano neppure negli altri articoli, dapprima limitati alla realtà piacentina ma ben presto allargati ad abbracciare tutto il mondo, articoli a volte ironici, a volte surreali, sempre divertenti, anche se a volte si tratta di un divertimento con una punta d’amaro.

Certo non vorremmo che questo libro cadesse nelle mani di qualche politico, che potrebbe anche apprezzare qualche proposta come quella di andare in pensione due anni dopo la morte, vero toccasana per le casse dell’INPS, ma noi comuni mortali possiamo godercelo senza problemi.

All'interno le illustrazioni di Festino riassumono in gustosi mosaici i vari articoli, il mio tassello preferito è quello dove un noto ministro antifumo si accende, sembra con molto gusto, una sigaretta.

Vittorio Curtoni non ha certo bisogno di presentazioni, nella sua lunga carriera ha diretto alcune delle più importanti collane di fantascienza, tra cui "Galassia", "Robot" e "La rivista di Isaac Asimov", pubblicando per la prima volta in Italia autori come Roger Zelazny, Samuel Delany, Barry Malzberg, Thomas Disch e Michael Moorcock.

Ha pubblicato un romanzo, diverse antologie e due saggi critici sulla fantascienza, uno dei quali, Le frontiere dell'ignoto ha vinto nel 1978, a Bruxelles, il premio come miglior saggio europeo sulla fantascienza.

E' inoltre uno dei più apprezzati traduttori di fantascienza e non, con al suo attivo la traduzione dall'inglese di diverse centinaia di libri per vari editori.