Certo, comprare libri su internet è comodo, sfortunatamente toglie il sottile fascino della scoperta, della sorpresa che si annida tra gli scaffali, del libro che mai e poi mai avresti notato nel gran mare della rete.

E proprio aggirandomi nel reparto fantascienza di una grossa libreria mi è caduto l'occhio su M.O.S.T, un romanzo di Gian Stefano Spoto con una copertina decisamente intrigante, così ho dato un'occhiata alla quarta di copertina, che parlava di robot in grado di riprodursi, e l'ho portato a casa.

Il romanzo narra le vicende di Serge Bayou, uno scienziato decisamente anticonformista, che sta portando avanti una difficile ricerca sull'intelligenza artificiale, utilizzando contemporaneamente diversi laboratori e gruppi di ricerca che ignorano il vero scopo del loro lavoro.

Inutile dire che occhi famelici e niente affatto amichevoli scrutano i suoi viaggi intorno al mondo, lo stesso mistero che circonda le sue ricerche le rende appetibili a molti governi, disposti a tutto pur di entrare in possesso di nuove tecnologie.

Serge trova anche degli alleati, Michel, Mau, Odile e Tea lo affiancano e lo sostengono, pur tra ripensamenti e comportamenti ambigui, nella sua avventura, aiutandolo a trovare tutti i pezzi del rompicapo.

Alla fine il successo gli arride, M.O.S.T., acronimo costruito con i nomi dei cinque amici, è pronto, un automa senziente e capace di riprodursi sta per vedere la luce, quale sarà il suo effetto sul mondo?

Non è detto che le sorprese e le scoperte siano tutte piacevoli, alcune possono essere abbastanza deludenti, e M.O.S.T. rientra in questa categoria.

Non ho trovato molta fantascienza in questo romanzo, la creazione del robot sembra essere più un pretesto per raccontare le vicende strampalate di Serge e dei suoi amici, non certo il fulcro della storia, solo nelle ultime pagine si arriva alla fine della ricerca e alla costruzione dell'automa, ma si tratta di un finale che ha poco del sorprendente o del drammatico.

Anche il resto della storia non mantiene una tensione degna di un buon romanzo di spionaggio, la sensazione è che ci sia uno scollamento tra le varie parti, personaggi appaiono e scompaiono quasi casualmente, senza molto senso logico, per di più frequenti narrazioni di avventure sentimentali, presenti o passate, e resoconti storici rallentano il ritmo della narrazione.

Ho impiegato molto tempo a leggere questo romanzo, proprio a causa dell'alternarsi di pagine dove la lettura scorre veloce e altre dove si impantana, cosa forse accettabile in un'opera incentrata sui problemi filosofici posti dalla costruzione di macchine autocoscienti, non certo in un romanzo di puro intrattenimento.

Di positivo vanno segnalate diverse buone idee, uno stile scorrevole e la simpatia che Serge e i suoi strampalati amici sanno trasmettere, in definitiva M.O.S.T. è un romanzo che mostra tutti i limiti di un'opera prima, con parti interessanti e scorrevoli, ma che manca del giusto equilibrio per essere convincente.