Il più spettacolare e - soprattutto - il più cinematograficamente interessante dei film della trilogia di Jason Bourne, è anche quello dal contenuto più 'politico'.

Al di là dell'azione, della trama e della perfetta costruzione visiva del regista Paul Greengrass, The Bourne Ultimatum è un film sul mondo in cui viviamo, in cui la privacy non esiste più e in cui agenzie governative come la CIA hanno diritto di vita o di morte, senza dovere rispondere a nessuno se non ad una nebulosa e, in verità, piuttosto fantomatica idea di 'sicurezza nazionale'.

Tutto inizia quando un giornalista inglese pubblica un articolu su Jason Bourne e sul misterioso programma 'Blackbriar'. Quando Bourne tenta di venire in contatto con l'uomo a Londra, questo viene assassinato e l'ex agente segreto deve iniziare una lotta contro il tempo e - soprattutto - contro chi gli dà la caccia.

Girato dal regista Paul Greengrass (United 93) come se fosse un documentario, con intere sequenze realizzate con minivideocamere e piccoli spot di luce tra ignari passanti,  The Bourne Ultimatum rappresenta un ulteriore passo avanti nel cosiddetto 'Cinema del reale'. Anche se la storia è di fiction ecco che la sua ambientazione in luoghi pieni di persone, avvicina la narrazione del film alla nostra realtà. Greengrass, dopo la nomination all'Oscar per United 93, esplora nuove possibilità artistiche e narrative, catapultando lo spettatore nel cuore di una narrazione nata dal punto di equilibrio tra realtà e finzione.

In questo senso Jason Bourne è l'agente segreto del ventunesimo secolo, quello che incarna meglio la nostra realtà moralmente conflittuale rispetto allo 007, eroe romantico da guerra fredda, che - ancora l'anno scorso - salvava il mondo giocando a poker...

Il mondo di Echelon, di servizi segreti deviati, di assassini prezzolati, di uomini e donne 'sacrificabili' per cause scarsamente comprensibili, è lo specchio di quello che vediamo accadere ogni giorno.

Non stupisce, dunque, che personalità illuminate del calibro di Naomi Klein abbiano parlato di questo film come di un piccolo capolavoro per raccontare la vita che ci aspetta, se non reagiamo, se non facciamo qualcosa, se non ci rendiamo conto della differenza sostanziale tra democrazia e propaganda.

Detto questo, The Bourne Ultimatum è anche un film di puro intrattenimento, dove la regia spettacolare umanizza - come nei due film precedenti - un killer spietato e perfetto, che ha dimenticato se stesso pur di riuscire a fare quello che gli è stato ordinato.

Una pellicola mozzafiato che ti inchioda sulla poltrona del cinema per quasi due ore e che funziona perfettamente fino alla fine, anche se l'ultimissima sequenza resta l'unico compromesso necessario per fare in modo che un film del genere venga prodotto da uno Studio hollywoodiano.

Una pellicola importante e antisistema, nel suo essere figlia di una visione cinematografica autoriale e - al tempo stesso - prodotto commerciale di perfetto entertainment.