Era necessario per un regista talentuoso come John Woo confrontarsi con un genere complesso e ormai abusato come la Seconda Guerra Mondiale senza avere nulla di veramente nuovo da aggiungere e da dire se non sprofondare in una retorica imbarazzante per una pellicola girata nel 2002? Evidentemente sì, visto e considerato lo sforzo di ricostruire nei dettagli la battaglia per la conquista dell'isola di Saipan, teatro di uno dei più cruenti scontri della Seconda Guerra Mondiale. E' lì che entrarono per la prima volta in azione i soldati di origine Indiana-Navajo che l'esercito americano aveva arruolato per impedire al nemico di arrivare a decifrare ancora una volta i loro codici. Approfittando della grande difficoltà con cui i giapponesi avrebbero potuto risalire alla fonte di questo codice linguistico, l'esercito USA coinvolse decine di nativi americani per rendere intraducibili le loro comunicazioni. Un segreto militare rimasto tale solo fino a pochi anni fa quando il governo decise che era il caso di premiare i reduci il cui lavoro non era mai stato scoperto, ritenendo che non sarebbe stato possibile utilizzarli nuovamente in caso di un conflitto.

Nonostante l'idea interessante, affossato -- quindi -- da una retorica tronfia di tutto il peggio che ci si possa aspettare: bandiere americane di qua e di là, divisione tra buoni e cattivi, eroi lacerati dagli errori del passato, etc., etc. Windtalkers è un film che brilla solo per la sua regia. Ma il cinema, almeno quello buono e coinvolgente, non è solo tecnica...e questo lo sa anche John Woo da cui sarebbe ormai lecito attendersi qualcosa in più dopo tanti film poco più che commerciali.