Giallo psicologico all'italiana, Sole negli occhi è un film molto interessante in cui Andrea Porporati e il protagonista Fabrizio Gifuni danno corpo ad un dramma sottile fatto di equivoci e movimenti dell'anima al limite dell'impercettibile se non addirittura dell'indecifrabile. Una pellicola difficile che racconta la storia di un ragazzo che uccide il padre, in un non luogo come può essere la Rimini estiva. Un fatto di sangue scellerato che viene proposto allo spettatore senza il clamore dei filtri dei titoli della carta stampata, ma attraverso gli occhi del protagonista. Quello sguardo senza luce, risucchiata piuttosto dal male nero che c'è in ciascuno di noi. E che in lui emerge violento e tutt'altro che virtuoso arrivando a colpire il genitore per una motivazione difficile da decifrare. Niente cronaca, né riferimenti sociali, soltanto una fenomenologia del Male nel suo farsi e la descrizione patetica delle reazioni di un assassino vittima responsabile piuttosto che artefice degli eventi. Una ricerca spasmodica del delitto e del castigo in una società silenziosa, eticamente assente.