Quante stazioni spaziali abbiamo visto apparire sulle pagine delle riviste di fantascienza?

Orbitanti attorno alla Terra, al Sole, a pianeti del nostro e di altri sistemi solari, porta verso le stelle o ultimo rifugio per l'umanitá, spesso sfondo per ottime storie.

Quella immaginata da Lucius Shepard in Solitaire Station si trova ai confini della regione interna del sistema solare, oltre l'orbita di Marte, ed é la base da cui le astronavi interstellari partono alla ricerca, sempre piú disperata, di un pianeta abitabile.

Gravata dal peso di una popolazione in continuo aumento e sconvolta da terrorismo, guerre, inquinamento e dall'apparire di sette sempre piú fanatiche e sanguinarie, come la misteriosa Magnificanza, la Terra sta cercando una valvola di sfogo nello spazio.

La scoperta della propulsione ultra-luce ha permesso i viaggi verso altre stelle, e Solitaire Station é il punto di arrivo e partenza delle possenti navi-luce, capolinea delle speranze dell'umanitá.

Gli uomini che vivono a bordo dell'enorme struttura sono dei privilegiati, rispetto alle masse che brulicano sulla superficie della Terra, ma la mancanza di risultati nelle ricerche sta minando il loro morale, insinuando dubbio e disperazione.

In questo scenario si muove William Stamey, un minorato mentale sul quale la Seguin, onnipotente compagnia che gestisce Solitaire Station, ha innestato un chip di controllo che lo tranquillizza e lo consiglia, l'unico amico di Stamey, che lo chiama Mister C.

Il poveretto viene chiamato da tutti Barnacle Bill, nome di un marinaio protagonista del film omonimo (in italiano Vecchio squalo) del 1941, e titolo di una canzone, Barnacle Bill the sailor, un personaggio abbastanza noto negli Stati Uniti, tanto che anche un sasso su Marte, analizzato dal Pathfinder, é  stato battezzato cosí.

Dato che il protagonista del film era uno spendaccione scansafatiche e  fannullone é  evidente la considerazione che gli abitanti della stazione hanno per Stamey, che molti vorrebbero eliminato o spedito in una casa per malati mentali sulla Terra.

Per una circostanza casuale Bill si ritrova sotto la riluttante protezione della voce narrante, John, capo della sicurezza, e della sua ragazza, Arlie, che lo difendono dagli avversari e cercano di tenerlo al riparo da scherzi e insulti.

Ben presto peró alcuni terribili fatti iniziano a far sospettare che la Magnificanza sia riuscita a infiltrare a bordo della stazione qualche suo affiliato, e inizia un duro scontro che ha come posta la sopravvivenza stessa di Solitaire Station.

Duro e cupo, costruito con un ritmo serrato che prende il lettore dall'inizio e non lo abbandona sino alla fine, Solitaire Station é un ottimo romanzo, ricco di azione ma anche di dettagli psicologici e personaggi credibili, sui quali domina la titanica stazione spaziale, gigantesco sforzo, forse inutile, compiuto per evitare la fine dell'umanitá.

Il finale é  anch'esso di ottimo livello, anche se personalmente non ne condivido la filosofia, decisamente inaspettato e che (forse) apre uno spiraglio di speranza. 

Lucius Taylor Shepard é nato in Virginia nel 1947 e attualmente vive a Vancouver, in Canada.

A partire dai quindici anni, dopo un'infanzia trascorsa in Florida, ha vissuto in diversi paesi asiatici, africani ed europei, svolgendo lavori tra i piú disparati, tra cui anche quello di venditore nel bazaar del Cairo, il Khan al Khalili.

Il ritorno negli Stati Uniti non fu che una breve pausa, Shepard ben presto ricominció a viaggiare, allargando il suo raggio d'azione ad Asia e America del Sud.

Nel 1983 pubblicó il suo primo racconto, e nel 1985 vinse il premio John W. Campbell come miglior attore esordiente.

Scrittore eclettico e prolifico ha pubblicato storie di fantascienza, fantasy, horror e opere di saggistica, sempre con eccellenti risultati.

Nella sua carriera di scrittore ha vinto diversi premi, tra cui il premio Hugo e il premio Nebula, sia negli Stati Uniti che in Europa.