Dopo 65 anni di matrimonio Larry (Miles Teller) muore e si ritrova nell'anticamera dell'aldilà. Un luogo diverso da qualsiasi divisione in Inferno, Paradiso o Purgatorio, bensì una specie di Hotel in cui le anime di passaggio hanno sette giorni di tempo per decidere in quale luogo passare l'interna Eternità. Una scelta irreversibile. Ad aiutare le anime ci sono dei consulenti che pressano come fossero piazzisti, cercando letteralmente i vari tipi di Eternità, tra i quali Anna (Da’Vine Joy Randolph), che assiste Larry. 

(Da sinistra) Elizabeth Olsen, Miles Teller, Callum Turner Credit: Leah Gallo
(Da sinistra) Elizabeth Olsen, Miles Teller, Callum Turner Credit: Leah Gallo

Ma Larry aspetta che lo raggiunga lì sua moglie Joan (Elizabeth Olsen), malata terminale, per passare insieme a lei l'Eternità. Quando la donna, pochi giorni dopo, lo raggiunge, si trova però davanti a un dilemma: nel luogo di passaggio ha trovato ad aspettarla il suo primo marito Luke (Callum Turner), che l'ha aspettata pazientemente, lavorando come barman, per ben 67 anni, con la prospettiva di passare l'Eternità con lei.

La donna, pressata dal consulente Ryan (John Early) quindi si troverà davanti a un dilemma: passare l'Eternità con il suo primo grande amore o con l'uomo con cui ha condiviso gran parte della sua vita?

Sotto l'apparenza di un triangolo amoroso, sia pure immerso in un universo fantastico, si cela un film che affronta con leggerezza temi delicati.

(L-R) Elizabeth Olsen, Olga Merediz Credit: Leah Gallo
(L-R) Elizabeth Olsen, Olga Merediz Credit: Leah Gallo

L'approccio al tema è definito da tanti dettagli che messi insieme costruiscono il mondo narrativo. Le anime arrivano al punto di smistamento con l'aspetto dell'ultima volta in cui si sono sentiti felici. Dettaglio che muoverà a un certo punto anche la trama. Alcuni arrivano come adulti, altri come bambini, altri come anziani. Stabilita questa regola l'aspetto delle persone che vediamo sullo schermo dà una subliminale indicazione sulla sua vita precedente.

(L-R) Callum Turner, Elizabeth Olsen Credit: Leah Gallo
(L-R) Callum Turner, Elizabeth Olsen Credit: Leah Gallo

L'approccio agnostico al tema dell'Eternità diventa persino amorale. La vita eterna non esiste come punizione o premio dati dall'alto, ma dipende dalle propria scelta finale. I depliant e i cartelli che pubblicizzano i vari luoghi da scegliere sono autentiche schegge satiriche, fanno sorridere, quando non ridere di gusto, e rafforzano il concetto. Il destino in quanto tale non esiste, ma a costruire la nostra vita, terrena e ultraterrena, è la somma delle nostre decisioni e come reagiamo a quanto ci succede. 

(L-R) Miles Teller, Elizabeth Olsen Credit: Courtesy of A24
(L-R) Miles Teller, Elizabeth Olsen Credit: Courtesy of A24

Se la regia di David Freyne è funzionale, la forza propulsiva di Eternity è nella brillante sceneggiatura che lo stesso Freyne ha scritto insieme a Pat Cunnane. Dialoghi scoppiettanti con ritmo da screwball comedy, scritti con sagacia e intelligenza, con un perfetto dosaggio nei passaggi di atmosfera, da momenti allegri e ironici a momenti più tristi e commoventi.

Alla fine, anche se la risoluzione finale può apparire scontata, Eternity è uno di quei film dai quali si esce dal cinema con un sorriso, consapevoli di aver passato quasi due ore di intrattenimento intelligente.