È morto il 4 dicembre per un attacco di cuore, ma già da tempo la sua salute non era buona. Il mese scorso addirittura Locus aveva erroneamente dato notizia della sua morte, un errore che purtroppo anticipava di poco meno di un mese la realtà.

Forrest J Ackerman era nato il 24 novembre 1916 a Los Angeles. Nella sua carriera ha svolto molte attività, da partecipazioni a film alla pubblicazione di saggi e racconti, alla fondazione e direzione della rivista Famous Monsters of Filmland, ma viene ricordato soprattutto come l'archetipo del fan, dell'appassionato di fantascienza. Immancabile la sua partecipazione alle convention, fin dalla prima Worldcon nel 1939 a New York, che lui stesso soprannominò "NYcon I", dando il via alla tradizione di battezzare le convention con nomi terminanti in "con". Il vezzo delle sigle e dei giochi di parole è stato sempre una caratteristica di Ackerman, che si firmava a volte "4e" (letto "for-y") o "4SJ" (letto "for-es-j"), e che pretendeva che la "J" del secondo nome fosse scritta senza puntino. A lui è accreditata l'invenzione della sigla "Sci Fi", oggi largamente utilizzata per definire la fantascienza cinematografica e televisiva. E anche personalmente ricordo una sua dedica su un libro che mi firmò nel 1980 all'Eurocon di Stresa, "Warmest Wishes" scritto in modo che le due parole iniziassero con la stessa W.

Ackerman era un appassionato di Esperanto, che parlava fluidamente. Una volta percorse Hollywood Boulevard a braccetto con l'attore hithcockiano Leo G. Carroll cantando l'inno degli esperantisti, La Espero.

Ackerman era soprattutto un grande collezionista di memorabilia cinematografici. La sua casa (chiamata "Ackermansion") era diventata un museo - che era possibile visitare - con oltre 300.000 pezzi tra libri e reliquie cinematografiche. Nel 2002, dopo una disastrosa causa legale contro l'editore di Famous Monsters of Filmland che lo mandò in rovina dovette vendere gran parte della collezione e la casa stessa, ritirandosi in un piccolo appartamento a Hollywood, che chiamava "la Acker-mini-mansion".

Ha vinto il premio Hugo nel 1953 (il primo anno in cui gli Hugo sono stati assegnati) per la speciale categoria "fan numero uno", e nel 1997 il premio Bram Stoker alla carriera.

"La pigrizia mi ha sempre impedito di tentare seriamente di contattare Forrest J. Ackerman" dice Ernesto Vegetti, da molti considerato l'Ackerman italiano. "In anni lontani un paio di lettere a un indirizzo fortunosamente raccattato non ebbero risposta, all'avvento della rete l'occasione di riprovare un contatto non si ripresentò.

Era un archivio vivente (l'uomo era un tutt'uno con la sua collezione) per quanto riguarda il fantastico. Uno dei trenta o quaranta degli archivi nel mondo, il più famoso e probabilmente il più importante. A novembre era stato ricoverato per una polmonite e gli avevano riscontrato un problema al cuore (l'avevano perfino dato per morto). Il cuore ha ceduto. E ci ha lasciati circondato dai suoi libri e dai suoi cimeli. Una bella morte, dopo una vita vissuta pienamente. Un po' di rimpianto comunque c'è sempre."