Il futuro: adesso

Il regista australiano Peter Weir, autore del cult-movie Truman Show (che, non dimentichiamolo, ha un grosso debito d'ispirazione con il Philip K. Dick di Time out of Joint – Tempo fuori luogo) è da qualche mese ormai al lavoro sul progetto della trasposizione cinematografica di Pattern Recognition. La produzione del film sarà curata dalla Anonymous Content di Steve Golin, già artefice di piccole perle cinematografiche come lo sperimentale Being John Malkovich o il poetico Eternal Sunshine of the Spotless Mind (dimentichiamoci il titolo italiano...).La sceneggiatura, affidata in un primo momento a David Arata, candidato quest’anno agli Oscar per Children of Men, è stata poi presa in custodia da D.B. Weiss. Ancora nulla si sa del cast, ma l’uscita del film è prevista per il prossimo anno.Nel frattempo, il 7 agosto prossimo uscirà sul mercato anglofono per i tipi di Penguin Putnam Spook Country, che letteralmente significa “Terra di spettri”. Dovrebbe trattarsi, come sembrerebbe confermare l’Autore stesso in una recente intervista, proprio di un seguito di Pattern Recognition, “ambientato nel [suo] stesso universo. Vale a dire, più o meno, lo stesso in cui viviamo noi oggi”.

Il romanzo consta di 471 pagine e si sviluppa su tre diverse linee narrative, seguendo le storie di un giovanissimo esperto in trasferimenti dati, un tossicodipendente con un problema di psicofarmaci e una giornalista d’assalto sulle tracce di un personaggio enigmatico, un tecnico riparatore di equipaggiamento militare di navigazione afflitto da una diffidenza esasperata che lo porta a rifuggire chiunque e a evitare di dormire due volte nello stesso posto. Teoria del complotto, spionaggio e scienza delle comunicazioni sono gli ingredienti confermati della trama, che siamo fiduciosi potrà spingere verso una nuova frontiera immaginifica la riflessione sui fenomeni emergenti e l’impatto socioculturale delle nuove tecnologie. Sarà il prossimo tassello del mosaico in cui da anni, attraverso le sue visioni dal basso futuro, Gibson va ricostruendo il senso del nostro presente, interrogandosi sui fenomeni sociali, scavando nella storia, procedendo all’esplorazione delle aree di confine tra i generi.

E se qualcuno ha nostalgia dello Sprawl, non deve fare altro che infilarsi gli occhiali a specchio, vestire l’impermeabile e uscire per strada: se aprirà bene gli occhi si accorgerà che il futuro è già qui. A noi decidere se prendervi parte o subirlo passivi.