Capita a volte che la fantascienza segni l’immaginario anche di coloro che non leggono fantascienza e neanche la vedono riflessa su un piccolo o un grande schermo. La fantascienza è un genere che ha segnato il Novecento e ha intriso la società, con le sue visioni e i suoi concetti, depositandosi nella mente di tutti.

Capita così che un povero matto, un’ospite del manicomio di Volterra si definisca “un astronautico ingegnere minerario nel sistema mentale, questa è la mia chiave mineraria. Sono anche un colonnello dell’astronautica mineraria astrale e terrestre”.

Il suo nome è Oreste Fernando Nannetti, ma è conosciuto anche con il nome di Nanof.

Durante il ricovero a Volterra, Nannetti ha realizzato un “libro graffito” scritto sul muro del reparto Ferri. Lungo 180 metri per un’altezza media di due, inciso con fibbie di panciotto, parte della divisa del matto di Volterra. In seguito realizzò un altro graffito sul passamano in cemento di una scala di 106 metri per 20 cm. Negli anni dell’internamento scrisse diverse cartoline mai inviate a parenti immaginari. Qui compare la firma Nanof o Nof, talvolta Nof4 e dichiarazioni d’identità. Nannetti si definisce: colonnello astrale, ingegnere astronautico minerario, scassinatore nucleare. I testi di Nannetti raccontano di conquiste di stati immaginari da parete di altre nazioni immaginarie, di voli spaziali, di collegamenti telepatici, di personaggi fantastici, poeticamente descritti come alti, spinacei, naso ad Y, di armi ipertecnologiche, di misteriose combinazioni alchemiche, delle virtù magiche dei metalli, ecc. In seguito, fornito di carta e penna, produrrà circa 1.600 lavori.

A questo personaggio davvero unico è dedicato il dossier di Quaderni d’Altri Tempi, la rivista on-line curata da Adolfo Fattori, Gennaro Fucile e Carmine Treanni.

Oltre al dossier su Nannetti, segnaliamo un articolo sul rapporto tra il cinema di fantascienza e il remake di Roberto Paura e, come sempre, un nutrito numero di recensioni tra libri, dischi, film e telefilm.