Molti lettori di fantascienza hanno nel cuore un amore che spesso è stato il primo, perlomeno in campo fantascientifico.

Sebbene altre passioni siano divampate ardentemente si sono sempre concluse con le lacrime, alla morte dell’amata.

Io vissi queste tristi storie con Galassia e Robot, amate sino alla follia e improvvisamente venute a mancare lasciando un vuoto incolmabile… anche se nel caso di Robot si è trattato solo di una lunga, lunga assenza.

La sola passione che continua ininterrotta da più di mezzo secolo, tra alti e bassi, in ricchezza e povertà è quella che si prova per Urania.

Non sono molte le riviste che hanno tagliato lo storico traguardo dei 1500 numeri, per celebrarlo un numero speciale era il meno che si potesse fare.

 

Il romanzo breve di John Kessel, Storie da uomini, vincitore del premio James Tiptree jr per il 2002, costituisce la prima parte della rivista.

La storia, serrata e coinvolgente, è ambientata sulla Luna, dove è stata creata una colonia che sta sperimentando una nuova e particolare forma di organizzazione sociale.

Un tema trattato più volte, stavolta visto con l’ottica di verificare se veramente l’oppressione è solo un ricordo in una società che mette tra i suoi ideali la libertà e la tolleranza.

Il matriarcato nel cui ambito vive il giovane protagonista ha anch'esso i suoi lati oscuri e i suoi scontenti, ma forse è meglio di altri regimi e sistemi sociali.

Nella seconda parte troviamo romanzi brevi e racconti scritti dai curatori di Urania, a partire dal suo fondatore Giorgio Monicelli, al duo Fruttero & Lucentini, a Gianni Montanari per arrivare a Giuseppe Lippi, che ne conduce le sorti dal 1990.

Il romanzo breve di Monicelli, Il ranch di Cranwell, è una storia sospesa tra l’horror e la fiaba, pubblicata nel lontano 1955 a puntate con lo pseudonimo di B.P. Stiller.

Anche i brevi racconti di Fruttero e Lucentini vennero pubblicati con diversi pseudonimi, tra loro merita una citazione speciale lo splendido Dalle due alle tre e mezzo.

Pessimista ma affascinante Carne di stato, dove Montanari immagina il futuro dominato da un potere crudele e senza scrupoli, che manda a morire i propri sudditi su un pianeta ostile.

L’ultimo racconto è Il lago d’inferno, di Lippi, affascinante ma forse troppo poco sviluppato.

Come nel racconto di Montanari anche in questo caso l’ottima idea iniziale poteva avere ulteriori sviluppi, ma tra l’essere curatore di una rivista di fantascienza e l’essere scrittore di fantascienza esiste un conflitto di interessi, una cosa sottrae fatalmente tempo all’altra.

La terza parte della rivista è occupata dalle rubriche, una notizia che non mancherà di evocare dolci ricordi è il ritorno del Marziano in cattedra, storica rubrica dove, dal 1962 al 1966, venivano pubblicati racconti dei lettori, disegni, traduzioni e poesie.

Chissà se il nuovo Marziano riuscirà a reggere bene la scena come il suo predecessore.  

Un numero decisamente ricco, davvero Tutta un'altra cosa, prezioso sia come testimonianza della storia di Urania che per la qualità dei contenuti.

Un degno modo per celebrare una storia molto lunga, in attesa del numero 2000.